Una lettera densa di significato quella che l’episcopato polacco ha inviato a tutti i preti e che domani sarà letta in tutte le celebrazioni della Messa e in tutta la Polonia.
Il cammino della Chiesa italiana sul tema della protezione dei minori va avanti.
Quattro punti per la trasparenza della Chiesa, dalla ridefinizione del segreto pontificio alla necessità di fornire dati pubblici sul numero dei casi di abusi affrontati nei tribunali, affrontando anche le obiezioni che riguardano il diritto alla privacy e alla giusta reputazione. Ma il Cardinale Reinhard Marx, nella sua relazione, parte da una premessa: “La preghiera è più forte di qualunque numero e di ogni procedura amministrativa”.
“Il card. Barbarin e la diocesi di Lione collaboreranno con serenità e fiducia con la giustizia e forniranno agli inquirenti tutte le informazioni a loro disposizione per far luce su questi eventi la cui complessità e lontananza storica richiedono un approccio prudente”. E' il testo riportato dalla Radio Vaticana del comunicato diffuso dalla diocesi di Lione e rilanciato dalla Conferenza episcopale francese in merito all’indagine preliminare aperta dalla procura di Lione per mancata denuncia di crimine e messa in pericolo della vita degli altri.
L’apertura di un diploma in Safeguarding of Minors. An Interdisciplinary approach è stato annunciato la scorsa settimana all’annuale Anglophone Conference del Centre for Child Protection della Pontificia Università Gregoriana. Un annuncio che si combina con le recenti nuove linee guida della Pontificia Commissione per la Protezione per i Minori, che ha proposto anche di stabilire una sezione ad hoc della Congregazione della Dottrina della Fede per giudicare i vescovi che hanno eventualmente insabbiato gli abusi. E che racconta il nuovo corso della risposta della Chiesa alla pedofilia. Un corso ancora in via di definizione.