Rientrato ieri dal Canada, stamane Papa Francesco - come ogni domenica - ha recitato l’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico insieme ai fedeli radunati in Piazza San Pietro.
“Non ci può essere un vero sviluppo che ignori la capacità della natura di rigenerarsi, o che la concepisca non come la nostra casa comune, ma come un magazzino pieno di risorse da consumare”. Lo ha ribadito Papa Francesco - citando l’enciclica Laudato sì - nel corso dell’udienza al personale di Poste Italiane.
“Prima domanda: ‘Do?’. Seconda: ‘Quanto do?’. Terza domanda: ‘Come do? Come dà Gesù, con la carezza dell’amore o come chi paga una tassa? Come do?’. Sono le tre domande che il Papa propone all’ esame di coscienza di tutti e che ha presentato ai partecipanti alla messa della mattina nella cappella di Casa Santa Marta.
Accumulare ricchezza genera guerre e perdita di dignità. Il Papa di questo ha parlato nella omelia pronunciata a Santa Marta questa mattina, “Le ricchezze ha detto il Papa hanno la tendenza a crescere, a muoversi, a prendere il posto nella vita e nel cuore dell’uomo” e il rischio è la corruzione. Certo, riconosce Francesco, “alla radice” dell’accumulo “c’è la voglia di sicurezza”.
Un nuovo monito contro la corruzione è stato lanciato stamane dal Papa, nel corso dell'omelia pronunciato nella messa quotidiana a Santa Marta.