“La famosa enciclica di Leone XIII, voi la leggete tranquillamente, coll'orlo delle ciglia, come una qualunque pastorale di quaresima. Alla sua epoca, piccolo mio, ci è parso di sentirci tremare la terra sotto i piedi. Quale entusiasmo! Ero, in quel momento, curato di Norenfontes, in pieno paese di miniere. Quest'idea così semplice che il lavoro non è una merce, sottoposta alla legge dell'offerta e della domanda, che non si può speculare sui salari, sulla vita degli uomini come sul grano, lo zucchero o il caffè, metteva sottosopra le coscienze, lo credi?”: con queste parole lo scrittore francese Bernanonos nel suo capolavoro Diario di un curato di campagna descrive la Rerum Novarum, la Lettera Enciclica di Papa Leone XIII divenuta per la storiografia il primo documento sociale della Santa Sede, l’incipit dell’intera Dottrina sociale della Chiesa.
Ricordare il canonico don Antonio Palladino (1881-1926) è aprire una delle più belle pagine del clero del sud Italia ed in modo particolare di Cerignola. Questo sacerdote, nato in una delle buone famiglie di tale località, sentì ben presto la chiamata al sacerdozio e così ad 11 anni entrò nel seminario di Ascoli Satriano, uscendone sacerdote nel 1905.
Il 15 maggio 1891 il Magistero della Chiesa si confrontava su una questione centrale nel dibattito politico dell'epoca:vla questione del lavoro. Tale scelta veniva confermata dalla pubblicazione della enciclica Rerum Novarum.