L’Irlanda si prepara a ricevere le famiglie di tutto il mondo e il Papa con un appuntamento difficile il 25 maggio, il referendum sull’aborto.
Il Cardinale Bagnasco riconosce che il sì irlandese "fotografa una rivoluzione culturale che riguarda tutti", la Chiesa deve riflettere "per capire cosa correggere nell'approccio" ribadendo tuttavia che i cattolici credono "nella famiglia che nasce dall'unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita".
Circa il referendum che introduce le nozze omosessuali in Irlanda, “credo che non si può parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell'umanità”. Parola del Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin: “Sono rimasto molto triste di questo risultato, la Chiesa deve tener conto di questa realtà ma nel senso di rafforzare il suo impegno per l'evangelizzazione”.
Di fronte al risultato del referendum in Irlanda, un “fatto che sta davanti a tutti”, “la risposta non può essere né quella dell’arroccamento fatto di paure e di arroganza”. Domenica scorsa nel Paese definito da sempre “cattolicissimo” una larghissima maggioranza ha votato a favore dell’introduzione delle nozze omosessuali.
Italia e Irlanda paesi cattolici? Quantomeno “illusorio” per il Forum delle Associazioni Familiari. “Come nel resto d’Europa prevale un pensiero dominante che tenta costantemente di ridurre la fede ad esperienza privata, senza legami con i valori sociali”, spiegano dalla compagine di Associazioni cattoliche. Con un richiamo all’unità. “Smettiamola quindi di dividerci in guelfi e ghibellini, non si tratta di difendere o di proporre ‘leggi cattoliche’: si tratta di interrogarsi, piuttosto, sul modello di persona, di società e di libertà oggi prevalenti”.