Una telefonata di cui i media vaticani non hanno dato comunicazione, ma che è stata confermata nei dettagli dall’account X istituzionale della presidenza di Ankara: il presidente di Turchia Recep Tayip Erdogan ha telefonato a Papa Francesco, a seguito dell’attacco israeliano in Iran che ha provocato la morte del leader politico di Hamas Ismail Haniye, puntando ancora una volta il dito contro Israele.
La notizia era nell’aria da novembre scorso quando il Consiglio di Stato aveva deciso che l’antica chiesa di San Salvatore di Chora, venisse riconsegnata “al suo culto iniziale”, cioè ad essere utilizzata come moschea.
Tornerà, la Basilica di Santa Sofia a Istanbul, ad essere una moschea? Il dibattito che si è acceso di fronte alla realizzazione del sogno del presidente turco Recep Tayyip Erdogan è acceso, e troverà una risposta solo il 2 luglio, quando il Consiglio di Stato turco deciderà se ridestinare alla funzione di moschea l’antica basilica cristiana, trasformata in moschea dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 e quindi in museo nel 1935.
50 minuti di colloquio privato alla presenza di due interpreti. Tanto è durato il faccia a faccia tra Papa Francesco e il presidente della Repubblica di Turchia Erdogan. Quella del leader turco è stata la prima visita di un Capo di Stato di Ankara da 59 anni a questa parte.
Ci sono voluti 59 anni perché un presidente turco tornasse a visitare un Papa in Vaticano. Allora era stato il presidente Celal Bayar, oggi è Recep Tayip Erdogan. Allora, si cominciavano ad aprire le relazioni diplomatiche. Oggi, le relazioni diplomatiche servono ad un obiettivo concreto, e hanno una agenda precisa.
Papa Francesco riceverà il Presidente turco Tayyip Erdogan lunedì 5 febbraio. La notizia è stata confermata dalla Sala Stampa della Santa Sede.