Si è concluso lo scorso 23 gennaio presso i Musei Vaticani il convegno dedicato al Cardinale Ercole Consalvi in occasione del bicentenario della morte. Il porporato, che per tutta la vita rimase diacono, fu Segretario di Stato per due mandati: dal 1800 al 1806 e dal 1814 al 1823, affiancando Papa Pio VII.
“La vergine concepirà e darà alla luce un figlio, e sarà chiamato Emmanuele”. Questa profezia di Isaia è una delle parole “in attesa” dell’Antico Testamento, scrive Joseph Ratzinger nel terzo volume della sua opera su Gesù di Nazaret, “I Vangeli dell’Infanzia” (Libreria Editrice Vaticana-Rizzoli). Perché per Benedetto XVI alcune parole dell’Antico Testamento sono come randagie, aspettano il loro compimento. E il loro compimento non può che essere in Gesù. Dalle parole di Isaia, però, Benedetto XVI fa scaturire una riflessione sulla realpolitik e sul suo rapporto con Dio. Una riflessione che poi porta dritti alla nascita di Gesù, avvenuta ai tempi di Augusto e di quella pax Augustea che era sempre politica concreta, ma ammantata con il crisma della “divinità” dell’imperatore, fino ad arrivare a far comprendere qualcosa di più dell’idea alla base del Pontificato di Benedetto XVI. Che è poi essenzialmente un pontificato basato su fede, verità e rivelazione. Tutte da leggere attraverso “amore e umiltà”.