La notizia non sta tanto nel fatto che l’Autorità di Informazione Finanziaria si appresta a cambiare nome e pelle, con un nuovo statuto, tra l’altro recependo in parte delle segnalazioni già vagliate nelle riforme del 2013. La vera notizia sta invece nel rapporto che presenta l’attività del 2019, e che certifica un ulteriore rafforzamento del sistema antiriciclaggio della Santa Sede.
Meno segnalazioni di attività sospette, ma di maggiore qualità, con un incremento delle segnalazioni anche da parte dei dicasteri vaticani. Maggiore consolidamento del quadro di regole. E una sempre più rafforzata cooperazione internazionale. Sono questi i tre elementi chiave del quinto rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana.
Le segnalazioni aumentano, ma non i crimini. La fotografia del sistema di vigilanza e intelligence finanziaria dato dal rapporto AIF 2015 racconta di un sistema che si è rafforzato e di un cambio di mentalità in atto. Tanto che una delle ragioni che hanno portato ad un aumento delle segnalazioni è proprio una maggiore consapevolezza da parte degli enti interessati, ha spiegato il direttore dell’Autorità, Tommaso Di Ruzza. Il quale rivendica il ruolo di una Autorità di Informazione Finanziaria che non riceve informazioni, ma sollecita informazioni.