In questo domenica il brano di Vangelo presenta il miracolo della resurrezione di Lazzaro. Nel lungo racconto, Gesù per aiutare Marta, la sorella del morto, ad entrare nel mistero della sua Persona, le dice: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. Questa affermazione, che rappresenta il vertice del dialogo, suscita un senso di fastidio per non dire di reazione negativa perché l’esperienza ci racconta un’altra realtà: anche chi crede in Gesù muore. Bisogna forse riconoscere che ha ragione il filosofo antico Epicuro quando afferma che “a causa della morte, noi, gli uomini, siamo come città senza mura?”, cioè senza alcuna difesa, senza alcuna risposta?
L’Italia e il mondo vivono un periodo di grande sofferenza “però in questo mare di dolore brilla la generosità commovente di tanti medici, di tanti infermieri, infermiere, di tanti volontari e di tanti sacerdoti e tante suore che rivelano il volto più bello dell’umanità, il volto della bontà, un volto che non dovremmo mai abbandonare: tutta questa generosità mettiamola sull'altare del Signore affinché diventi preghiera accorata e fiduciosa per essere liberati dal dilagare del virus”. Così il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, celebrando la Messa all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana in occasione della IV Domenica di Quaresima.
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che guarisce un cieco nato. Ci soffermiamo sulla parte finale dell’episodio, dove viene riportato il dialogo tra Gesù e il cieco risanato. Gesù gli chiede: Tu credi nel Figlio dell’uomo? Risponde il risanato: E chi è, Signore, affinchè creda in lui? Questa richiesta, che esprime il desiderio di conoscere Dio, porta Gesù a manifestarsi: Lo hai visto ed è quello che parla con te. Gesù si rivela come la Parola di Dio incarnata che viene incontro agli uomini e li interpella. Ora quello dichiarò: ‘Credo, Signore’. Con queste parole siamo giunti al vertice dell’episodio. Il cieco risanato, proclama ufficialmente la sua fede, che costituisce il coronamento spirituale di un lungo e tribolato cammino, vissuto in un ambiente a lui ostile.
“Ieri ho ricevuto il messaggio di un sacerdote del bergamasco che chiede di pregare per i medici di Bergamo Brescia Cremona che stanno al limite del lavoro, stanno dando la propria vita per salvare la vita degli altri.
Il Vangelo della terza domenica di Quaresima ci presenta l’incontro di Cristo con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, nella regione della Samaria. Ad un certo punto del lungo dialogo che si sviluppa tra i due, Gesù dà un ordine alla donna - “va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”(Gv 4, 16). La donna risponde che non ha marito. E Gesù replica: ‘hai detto bene’ non ho marito; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero” (Gv 4,18).
La Trasfigurazione è una delle pagine più belle e più straordinarie della vita di Cristo. San Leone Magno spiega che con questo miracolo Gesù ha voluto rimuovere dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce (Omelie, LI,3).
Molto prima del coronavirus in Piemonte, in occasione di epidemie di peste, colera, influenza spagnola c’era un luogo dove si poteva pregare insieme e assistere alle celebrazioni liturgiche domenicali e…non solo. Si tratta di una piccola chiesa che si trova nelle Valli di Lanzo, sopra Ceres, dove nel 1575, per poter celebrare e partecipare alle liturgie nonostante la terribile epidemia di peste divampata quell’anno, si recavano i fedeli della zona.
Gli esercizi spirituali per questa Quaresima sono ufficialmente iniziati. In una lettera indirizzata al predicatore degli Esercizi spirituali, padre Pietro Bovati, il Papa prega e benedice la Curia Romana riunita ad Ariccia fino a venerdì. Protagonista della prima riflessione è Mosè.
“Si può ancora dire ti voglio bene?” è il tema dell’iniziativa che si svolgerà nei mercoledì di Quaresima nella basilica di San Giovanni in Laterano. Verrà presentato il “Miguel Manara” di Milosz; le conclusioni saranno affidate al cardinale vicario della Diocesi di Roma Angelo De Donatis.
Con questa domenica interrompiamo il ciclo liturgico del Tempo Ordinario per iniziare un periodo privilegiato dell’Anno liturgico: il cammino quaresimale.
Una Quaresima “insolita” questa che si è aperta mercoledì scorso a causa del coronavirus che ha causato molta preoccupazione e apprensione anche nelle comunità ecclesiali del nostro Paese.
Con la tradizionale processione dalla Basilica di Sant’Anselmo all’Aventino, fino a quella di Santa Sabina, dove ha celebrato la Messa, il Papa ha dato inizio alla Quaresima nel giorno del Mercoledì delle Ceneri.
Papa Francesco, in Piazza San Pietro durante l'Udienza Generale odierna, incentra la sua meditazione sulla Quaresima. Con il Mercoledì delle Ceneri cominicia il cammino di quaranta giorni verso la Pasqua, verso il "cuore dell’anno liturgico e della fede". "È un cammino che segue quello di Gesù, che agli inizi del suo ministero si ritirò per quaranta giorni a pregare e digiunare, tentato dal diavolo, nel deserto", dice il Papa.
Con questo messaggio per la Quaresima il Papa “ci invita a una nuova rete di relazioni e a un dialogo sincero, fecondo e aperto”. Lo ha detto il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, presentando il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2020.
Giovanni e Paolo, due diversi riflessi della fede di due momenti storici diversi. Parte da questo spunto la quinta predica di Quaresima di padre Raniero Cantalamessa, alla presenza di Papa Francesco e dei membri della Curia Romana.
Scrive Pascal che “La verità senza la carità è crudeltà”. E’ molto difficile coniugare insieme queste due qualità. Sono come due sorelle gemelle che entrano spesso in conflitto tra di loro. La verità se non è animata dalla carità si trasforma in intolleranza ed in intransigenza, è una spada che inchioda l’altro alla sua colpevolezza. Ma un amore che rifugge dalla verità finisce per ridursi ad una forma di buonismo, ad un surrogato di dubbia qualità che atrofizza la verità stessa. Una cosa, comunque, è certa. Nell’uno e nell’altro caso l’obiettivo è mancato. Verità e amore devono potere vivere insieme, in un felice, anche se non sempre facile connubio.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta una delle parabole più belle di Gesù raccontato e che ha come protagonista la figura del padre. Esso, infatti, è presente dall’inizio alla fine del racconto evangelico. Un Padre che non si rassegna a perdere il proprio figlio che con le sue scelte ha distrutto la sua vita. Tuttavia, il vero peccato del figlio minore, quello che è alla radice di tutte le sue scelte, non consiste nell’avere chiesto la parte di eredità che gli spettava per sperperarla, poi, lontano da casa in scelte di vita auto-distruttive, ma nel considerare la casa paterna come una prigione e la presenza del padre ingombrante e limitante la sua libertà. Il figlio ha creduto di potere trovare la sua libertà, la sua realizzazione, la pienezza della vita allontanandosi da casa e da suo Padre.
La misericordia di Dio e la nostra conversione. Sono questi i due temi principali del Vangelo odierno e dell’Angelus di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il Papa, prima della preghiera mariana, riprende la parabola del fico sterile.
Il Vangelo di questa domenica riporta due avvenimenti drammatici, come ne leggiamo tanti sui nostri giornali. Degli uomini sono morti improvvisamente a causa della violenza umana mentre altri a causa di una disgrazia.
Ogni venerdì di Quaresima - a partire dallo scorso 15 marzo - il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, confessa dalle 16,30 alle 18,30 i fedeli che nella Basilica Lateranense si accostano al sacramento della Riconciliazione.