L’invito a non “attardarsi sui rimproveri”, che “nascono comunque dall’amore”, e la richiesta di “audacia per evitare di abituarci a situazioni che tanto sono radicate da sembrare insormontabili”. È questa la richiesta contenuta nel testo che Papa Francesco ha consegnato ai vescovi italiani al termine del botta e risposta di ieri.
Si concentrano soprattutto sui temi della famiglia, della scuola e del “gender” le prime reazioni delle realtà cattoliche alle parole del cardinale Angelo Bagnasco. Nelle parole – nette – del presidente della Conferenza episcopale italiana, il richiamo agli argomenti caldi che coinvolgono la società italiana e l’invito ad una veglia per la famiglia prima del sinodo. Invito fatto già proprio dalle realtà laicali.
C’è una netta “condanna del malcostume e del malaffare che sembrano diventati un “regime” talmente ramificato da essere intoccabile”. Tra gli “esempi”, anche riferiti alla stretta attualità, ci sono “corpi in stato di corruzione”, che “ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali”. Il cardinale Angelo Bagnasco apre il Consiglio permanente della Cei con una prolusione di venti minuti, ricca di interrogativi e di questioni da mettere subito nell’agenda del Paese: “Senza dubbi, diciamo che si deve reagire e che è possibile”, perché “ciò è insopportabile” e rappresenta un’“offesa gravissima per i poveri e gli onesti”.