Le ultime due udienze del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana non hanno portato sostanziali novità. È stato interrogato il Cardinale Leonardo Sandri, per fatti che risalgono comunque al periodo in cui era sostituto della Segreteria di Stato vaticana, dal 2000 al 2007. È stato interrogato un funzionario di WRM Capinvest, la società di Raffaele Mincione, il broker che ha avuto in gestione il famoso palazzo di Londra. E c’è stato il ritorno di Roberto Lolato, il consulente del promotore di Giustizia vaticano che ha aiutato a raccogliere alcuni dati, e che è stato richiamato perché ci sono nuovi capi di imputazione che ha aiutato ad analizzare.
Il colpo di scena delle ultime udienze sul processo della gestione di fondi in Vaticano è la formulazione di nuovi capi di accusa per alcuni degli imputati. Capi di accusa che nascono a seguito degli interrogatori che si sono prodotti in aula, con una procedura che può sembrare forzata, ma che è consentita in Vaticano, e che aggiunge i capi di imputazione di corruzione ad Enrico Crasso, Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, e quelle di autoriciclaggio per Enrico Crasso e Fabrizio Tirabassi.