Dopo aver incontrato nelle ultime ore il Primo Ministro britannico Starmer, il Presidente francese Macron e la Presidente del Consiglio Meloni, stamane il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato ricevuto in udienza in Vaticano da Papa Francesco.
È arrivato con il completo militare che non smette mai da quando il suo Paese è stato aggredito, un modo per segnalare quale è la situazione in Ucraina, ed è uno strappo al protocollo. Ma, ovviamente, sono molto cambiati i tempi da quando, l’8 febbraio 2020, un allora neoeletto presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky andava in udienza da Papa Francesco, giacca e cravatta di ordinanza, moglie al seguito ed invito al Papa per visitare l’Ucraina.
"Oggi ho parlato con Sua Santità Papa Francesco e lui ha detto parole molte importanti. Capisco che voi desiderate la pace, capisco che dovete difendervi, i militari difendono, le persone civili difendono la propria patria, ognuno la difende. E io ho risposto: il nostro popolo è diventato l'esercito, quando ha visto che male porta con sé il nemico". Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo in videoconferenza al Parlamento italiano riunito in seduta comune e annunciando in precedenza la telefonata con il Papa sul proprio account ufficiale Twitter.
Papa Francesco parla di “guerra” in Ucraina, affidandola alla protezione di San Martino di Tours. E parlando al Sinodo Greco Cattolico Ucraino lo scorso luglio, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, non aveva esitato ad utilizzare il termine “guerra” per descrivere la situazione. Ma nel comunicato finale della visita del presidente ucraino Zelensky da Papa Francesco e in Segreteria di Stato si parla più prudentemente di “conflitto”.