Ricorre, lunedì 7 ottobre, il primo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas in Israele che ha fatto esplodere una guerra che da un anno coinvolge la Terra Santa con migliaia di morti e feriti.
La situazione che sta coinvolgendo, in queste ore, il Medio Oriente sta mobilitando non solo le diplomazie ma anche il mondo ecclesiale.
La giornata di oggi del Sinodo sulla Sinodalità è stata caratterizzata da due momenti diversi. La mattinata è stata contraddistinta dagli interventi dei 35 Circoli Minori - questa è la VI sessione - e la finalizzazione dei loro "resoconti". Nel pomeriggio, dopo le ore 16, i membri del Sinodo hanno partecipato al pellegrinaggio alle catacombe di Santa Domitilla e di San Sebastiano.
Anche la CEI si unisce alla giornata di preghiera e digiuno per la Terrasanta proclamata dal Patriarcato Latino di Gerusalemme per il prossimo 17 ottobre. Ci sarà anche una particolare intenzione di preghiera durante la Messa di domenica 15 ottobre.
Sono tante le iniziative di preghiera per la pace in Ucraina che si stanno realizzando e concretizzando in questi giorni. Tante voci da tutta Italia che si aggiungono ad un solo grande desiderio: basta la guerra! Domani sarà il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, giorno dedicato al digiuno e alla preghiera proprio per l'Ucraina, provata dalla guerra. Dal monastero di Santa Rita si eleva la richiesta: “Uniremo le nostre voci per chiedere che questo inferno finisca”. Anche dalle carceri italiane fa eco questo grido.
“Con la vita dei popoli e dei bambini non si può giocare”. Papa Francesco la ha detto partecipando alla cerimonia finale dell’Incontro internazionale “Popoli fratelli, terra futura”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma. Il Papa ha presieduto la preghiera dei cristiani insieme ai rappresentanti delle altre religioni. Poi si è svolta la celebrazione finale.
Ieri, primo venerdì di Quaresima, momenti di preghiera, liturgie, incontri in tutte le diocesi italiane in occasione della Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo voluta da Papa Francesco che ha coinvolto anche i fedeli delle altre religioni, “nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”.
Le sfide del tempo richiedono “la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà”, e per questo ben vengano le iniziative di preghiera, come quella della Lega di Preghiera del Beato Imperatore Carlo per la Pace tra i popoli nei vari Paesi del Mondo. Lo dice Papa Francesco incontrando i rappresentanti della lega nel centenario dell’iniziativa di pace di Benedetto XV.
Scende il tramonto sulla cerimonia della accensione delle lampade, come tradizione una per ogni paese in guerra.
L’avevano proposta i partecipanti a un convegno dello scorso aprile organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Ma ora la richiesta di una enciclica sulla non violenza arriva anche dal convegno “Sete di Pace”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. A lanciarla, Mairead Maguire, premio Nobel per la pace del 1976 per il lavoro fatto in Irlanda. E non è detto che non venga ascoltata.
“È una grazia per me trovarmi su queste alture, dove, sotto lo sguardo del monte Ararat, anche il silenzio sembra parlarci; dove i “khatchkar” – le croci di pietra – raccontano una storia unica, intrisa di fede rocciosa e di sofferenza immane, una storia ricca di magnifici testimoni del Vangelo, di cui voi siete gli eredi”. Sono le parole del Papa a Yeravan, in occasione della preghiera per la pace, davanti a circa 5 mila persone. Il viaggio in Armenia di Papa Francesco continua. E giunge all’ultimo appuntamento di questa seconda intensa giornata.