Nel nostro percorso per la conoscenza delle strutture della Curia Romana grazie alle note storiche dell' Annuario Pontificio siamo arrivati alla sezione degli uffici.
Il Papa è un capo di Stato, un monarca, e riceve presidenti e monarchi come suoi pari. Il cerimoniale vaticano, però, è gestito non da un ufficio del protocollo come quello della Segreteria di Stato, non da funzionari, ma piuttosto dalla Famiglia Pontificia. Il Papa accoglie i capi di Stato con la sua famiglia. Ed è questo un dato fondamentale per comprendere il senso del cerimoniale vaticano. Non un “freddo” cerimoniale diplomatico, ma piuttosto l’incontro con un padre. Anzi, il Padre.
Uno dei modi in cui una istituzione racconta se stessa è il cerimoniale. Perché i gesti, le precedenze accordate, i movimenti del cerimoniale sono un linguaggio strutturato, preciso, simbolico e per questo completo. Dietro il cerimoniale c’è una storia, che è ineludibile, e una ratio, che va compresa. Se questo ragionamento vale per tutte le istituzioni, vale ancora di più per la Santa Sede. Perché la Santa Sede esprime una realtà peculiare dotata di sovranità, personalità giuridica internazionale, ma caratterizzata da una missione universale morale e religiosa. E allora tutto, ogni dettaglio, deve essere al servizio della dimensione religiosa, e deve risaltare l’immagine del Sommo Pontefice, che è il vicario di Cristo in Terra.
50 anni fa, il 28 marzo 1968, Papa Paolo VI pubblicava il Motu Proprio Pontificalis Domus con cui decideva di modificare l’ordinamento della Casa Pontificia.
3.952.140. Sono le persone che nel corso del 2016 hanno partecipato in Vaticano alle Udienze generali e speciali, Udienze giubilari, Celebrazioni liturgiche, Angelus e Regina Coeli con Papa Francesco.