"I minori e le persone vulnerabili sono oggi più sicuri nella Chiesa anche grazie al vostro impegno. E vorrei ringraziare il gran testardo di questa causa che è il Cardinale O’Malley, che va avanti contro tutto, ma l’ha portata avanti.". Con queste parole il Papa accoglie in Udienza i Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori a conclusione dell’Assemblea Plenaria.
Per la prima volta dalla sua costituzione, non c’è monsignor Robert W. Oliver tra i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Ma c’è, invece, Juan Carlos Cruz, una vittima dell’ex sacerdote e leader carismatico Fernando Karadima, i cui abusi e la copertura di cui hanno goduto ha fatto scoppiare lo scandalo pedofilia per la Chiesa in Cile. La plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori si è tenuta dal 19 al 22 aprile, parte in presenza a Roma, parte online. Tutti i membri prorogati, uno aggiunto, un segretario da nominare. La commissione continua comunque il suo lavoro, con varie iniziative.
Portare la voce delle vittime ai vertici della Chiesa”. Il Cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, sottolinea che questo è l’obiettivo. Ed infatti, per la seconda volta, i lavori della IX Plenaria della Pontificia Commissione, che si sono tenuti dal 7 al 9 settembre, sono cominciati con l’ascolto di alcune vittime.
È con un seminario incentrato sull’educazione, e varie presentazioni concentrate sulla realtà latino-americana, con puntate in Italia e Australia, che la Pontificia Commissione per la Protezione va oltre le polemiche che si sono succedute all’addio di Marie Collins, ex vittima e tra i membri fondatori della commissione.
Focalizzare l’impegno sull’educazione: è l’obiettivo della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, che terrà un seminario sul tema il prossimo 23 marzo, presso l’Università Gregoriana.
La Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori ha lanciato il suo sito Internet: ne dà l’annuncio un comunicato della stessa commissione, diffuso dalla Sala Stampa vaticana.
Una giornata di preghiera per le vittime di pedofilia: la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori l’ha proposta, Papa Francesco l’ha avallata e le conferenze episcopali di tutto il mondo stanno decidendo in che giorno svolgerla: l’iniziativa sarà infatti gestita a livello locale. E’ uno dei temi di cui si è discusso nella plenaria della Commissione, che – come ormai tradizione – si è riunita in Vaticano alla vigilia del Consiglio dei Cardinali, iniziato oggi.
"Le deposizioni del Card. Pell davanti alla Commissione Reale d’inchiesta e la contemporanea assegnazione dell’Oscar per il miglior film a Spotlight, sul ruolo del Boston Globe nel denunciare le coperture dei crimini di numerosi sacerdoti pedofili a Boston (soprattutto negli anni 1960-80), sono state accompagnate da una nuova ondata di attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla questione drammatica degli abusi sessuali su minori, in particolare da parte di membri del clero". E' l'incipit di una lunga nota diffusa stamane da Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana, in merito alla vicenda degli abusi sui minori perpetrati da membri del clero australiano su cui nei giorni scorsi il Card. Pell è stato chiamato a deporre. .
"I crimini e i peccati degli abusi sessuali sui bambini non devono essere tenuti segreti mai più. Garantisco la zelante vigilanza della Chiesa per proteggere i bambini e la promessa della piena responsabilità per tutti". Lo aveva detto Papa Francesco negli Stati Uniti e ora lo rilancia il presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, cardinale Sean O’Malley. In una nota insieme agli altri membri dell'organismo, ribadisce l'obbligo di segnalare sospetti abusi sessuali alle autorità civili.
A ranghi completi, la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori si è riunita per la seconda volta dal 9 all’11 ottobre. L’obiettivo? Discutere possibili linee guida, vedere come assistere le Conferenze Episcopali di tutto il mondo che chiedono di essere aiutate, migliorare i processi di individuazione delle responsabilità in caso di abusi (la cosiddetta accountability). Ma soprattutto, studiare. Dice un portavoce della Pontificia Commissione, infatti, che “il loro compito è quello di studiare. Non ci sono da vedere effetti a breve termine.”
È una dichiarazione breve, che serve solo a stabilire le competenze della commissione. Perché uno dei suoi 17 membri, Peter Saunders, un ex vittima di abusi che ora aiuta le vittime di abusi, ha commentato in tv la situazione che riguarda il Cardinal George Pell, accusato di aver corrotto un ragazzo perché non dicesse niente degli abusi dello zio prete. Saunders riceverà una querela del Cardinal Pell, che ha negato ogni addebito di copertura. E riceve anche la sconfessione della Commissione di cui fa parte.
Sono stati approvati lo scorso 21 aprile, e vengono resi noti oggi, gli Statuti della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. La commissione, stabilita con un chirografo di Papa Francesco del 22 maggio del 2014, fu il primo risultato concreto delle riunioni del Consiglio dei Cardinali. Ha già cominciato a lavorare, ha integrato i suoi ranghi, ha cercato di avere una rappresentanza territoriale il quanto più possibile marcata. Ora si dota di un profilo legale-istituzionale. Tra le novità, il fatto che ogni gruppo di lavoro interno alla commissione può dotarsi di tre collaboratori, che non diventano parte della commissione. E il fatto che la Commissione ha anche una struttura amministrativa, con “alcuni officiali coordinati dal segretario,” tra cui uno con specifici compiti amministrativi.
Arrivano a Roma in un viaggio non programmato, per parlare con il presidente della Pontificia Commissione dei Minori ed eventualmente con Papa Francesco. Peter Saunders e Mary Collins, vittime di abusi in passato e ora membri della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, vogliono rendere visibile il loro disappunto per la nomina di Juan Barros Madrid a vescovo di Osorno, in Cile. Il Vaticano ha già fatto sapere che non ha trovato ostacoli alla sua nomina, e che la sua posizione era stata analizzata. Ma il peso delle accuse di aver non solo nascosto, ma anche assistito, agli abusi perpetrati da padre Fernando Karadima negli anni Novanta, è troppo forte perché passi inosservato.