“Nessuno tema il Vangelo di Gesù”. È un grido che risuona forte, nel messaggio dei presidenti delle Conferenze Episcopali Europee ai popoli di Europa. Nell’assemblea dei cinquanta anni, che segna anche un necessario cambio generazionale con una nuova presidenza, i vescovi concludono la loro assise con un appello ai popoli di Europa di non temere il Vangelo, ma anzi di riscoprirne le radici.
L’Europa “deve ritrovare se stessa”, il suo “posto nella storia”, deve diventare una “Europa dello spirito”, perché il più grande frutto della civiltà europea sta proprio in quella “concezione altissima della persona umana che non è affidata alle maggioranze, ma è custodita da Dio”. E questo non deve far paura, perché il criterio della vera laicità sta proprio nel Vangelo.
Il transumanesimo, che non è una teoria, ma una realtà. Ma anche il tema della libertà umana, che porta addirittura a manipolare l’essere umano con l’idea di una pretesa libertà che si trasforma in controllo. Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, delinea le sfide dell’Europa che verrà. Una Europa che lui vede cristiana, e unita da questo filo rosso del cristianesimo dall’Atlantico agli Urali.
È una Europa “malata di stanchezza”, dove in tanti pensano che la fede sia una cosa del passato semplicemente perché “non hanno visto Gesù all’opera”, quella delineata da Papa Francesco nella messa di inaugurazione della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europe, che cade nelle celebrazioni per i cinquanta anni dell’organismo.
Una Messa con Papa Francesco e un incontro con il presidente italiano Sergio Mattarella sono i momenti “clou” dell’assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, che quest’anno, in occasione del suo Cinquantenario, si tiene a Roma dal 23 al 26 settembre.