“La proclamazione di Roma Capitale fu un evento provvidenziale, che allora suscitò polemiche e problemi. Ma cambiò Roma, l’Italia e la stessa Chiesa: iniziava una nuova storia”. Così scrive Papa Francesco nel messaggio inviato per la apertura delle celebrazioni dei 150 anni di Roma come capitale d’Italia.
Oggi si celebra la memoria liturgica di Sant’Agostino, la cui influenza in ambito teologico e spirituale perduta attraverso i secoli, basti pensare al grande rilievo che l’Ipponate ha sul pensiero di Benedetto XVI che volle recarsi pellegrino alla tomba di Agostino a Pavia, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro nel 2007.
Per “aspirare alla pace non basta, come non è sufficiente l’intenzione di operare per la pace: occorrono comportamenti concreti e coerenti, azioni mirate e, soprattutto, la piena coscienza che ognuno nel suo piccolo o grande mondo quotidiano è “costruttore di pace”, pur nei diversi compiti, incarichi e funzioni”. Secondo il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, nello scenario mondiale è fondamentale il compito della diplomazia vaticana, che “ha una chiara funzione ecclesiale: se è certamente lo strumento di comunione che unisce il Romano Pontefice ai Vescovi a capo delle Chiese locali o che consente di garantire la vita delle Chiese locali rispetto alle Autorità civili, oserei dire che è anche il veicolo del Successore di Pietro per “raggiungere le periferie”, sia quelle della realtà ecclesiale che quelle della famiglia umana”.