Il rapporto della squadra investigativa delle Nazioni Unite formata dalle Nazioni Unite ha concluso che i crimini commessi dal sedicente Stato islamico in Iraq sono crimini contro l'umanità e hanno preso di mira i cristiani nel Paese.
“Uno strumento prezioso che fotografa alcune situazioni e si affianca al lavoro capillare di solidarietà…non ha paura di esporre alcune situazioni problematiche passate per lo più sotto silenzio”.
Una mostra con materiali provenienti dall’Iraq colpito dall’ISIS: croci rimaneggiate, stole rovinate, quaderni di bambini che non andranno mai scuola. Una città che ora si fregia del titolo di “figlia di Ungheria”. E investimenti nella ricostruzione delle città, ma anche in borse di studio (20 quest’anno) a giovani studenti che vengono da zone martoriate e che poi possono tornare a casa, per riportare quelle zone alla prosperità: sono le iniziative dell’Ungheria, che ha fatto della difesa dei cristiani perseguitati la sua politica nazionale.
C’è il problema, fortissimo, dell’estremismo islamico che si sta diffondendo nel mondo. Eppure, il Rapporto annuale sulla Libertà Religiosa presentato oggi da Aiuto alla Chiesa che Soffre racconta una realtà più sfaccettata. Sottolinea che la libertà religiosa non viene solo messa sotto attacco dal radicalismo islamico, sempre più diffuso. Mette in luce come le violazioni alla libertà religiosa siano “permesse” in qualche modo anche da quelle leggi che danno privilegi speciali ad una fede piuttosto che ad un’altra. Fa notare che anche nella “civilizzata” Europa la libertà religiosa è a rischio. E racconta l’altra faccia della Cina dell’apertura, quella che demolisce le croci cristiane e tiene sotto scacco le fedi religiose.
Le ragioni del perché quello che avviene in Iraq e in tutto il Medioriente sta nelle parole appassionate di padre Rebwar Basa, un sacerdote che è andato a parlare di quello che vivono i cristiani laggiù al meeting di Rimini. È uno dei sette testimoni che Aiuto alla Chiesa che Soffre ha voluto al padiglione da essa curato al Meeting di Rimini. Un percorso esperienziale, perché non basta far vedere. Occorre far vivere. Con ACI Stampa, padre Basa dà voce ai cristiani dell’Iraq che non sempre hanno davvero voce.
Un viaggio nel mondo della persecuzione attraverso le storie dei protagonisti. Aiuto alla Chiesa che Soffre sarà dal 19 al 25 agosto al meeting di Rimini con una rassegna di 500 metri quadri sulla persecuzione anticristiana dal titolo: “La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda”. I volti della persecuzione anticristiana, gli interventi per non lasciarli soli.
C’è il martirio del sangue. Ma c’è anche il martirio silenzioso. C’è il martirio di coloro che vengono uccisi per la fede. E c’è il martirio di coloro che vengono messi ai margini perché cristiani. Tutti accomunati da un dato: “Sono tutte vittime di eresie dell’amore”. Prova a spiegarlo ad ACI Stampa don Paolo Asolan, docente di Teologia pastorale fondamentale presso la Pontificia Università Lateranense. Di ritorno da un viaggio in Egitto, don Asolan porta con sé l’esperienza dell’incontro con la famiglia di uno dei 21 egiziani copti decapitati da membri dell’autoproclamato Stato islamico su una spiaggia di Libia lo scorso febbraio.
Il giorno dopo l’annuncio di una prima bozza del programma del viaggio di Papa Francesco a Cuba, il Cardinal Dominique Mamberti, che è stato per sei anni ai piani alti della diplomazia della Santa Sede, ha spiegato all’ACI Group che “di certo l’impegno personale del Santo Padre” per la soluzione alla situazione cubana “è stato molto importante, e tutti dobbiamo essergli grati per questo.” Ma ha anche ricordato che i frutti vengono da un lavoro che da sempre la Santa Sede ha svolto sull’isola caraibica, nonostante una situazione difficile in cui nemmeno la libertà religiosa era garantita.