I sostenitori dei cristiani perseguitati in Nigeria stanno criticando un nuovo rapporto preparato dagli Stati Uniti.
Nello Stato nigeriano di Benue, nei soli mesi di maggio e giugno, almeno 68 cristiani sono stati uccisi e molti sono stati rapiti. Ben 1,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Alla radice del problema ci sono i persistenti attacchi dei terroristi islamici della tribù Fulani ai danni di comunità agricole, in gran parte cristiane, residenti nella Nigeria centrale. Le ragioni di tali attacchi sono complesse. I conflitti tra pastori nomadi e contadini stanziali risalgono a secoli fa, ma negli ultimi anni l'afflusso di moderne armi da fuoco ha reso le aggressioni molto più distruttive. La dimensione religiosa aggrava la situazione, in un Paese diviso equamente tra un sud a maggioranza cristiana e un nord a maggioranza musulmana, e in cui la maggior parte dei combattimenti si svolge nella regione centrale, dove si trovano le terre più fertili. Secondo Mons. Wilfred Chikpa Anagbe, vescovo di Makurdi, una delle diocesi di Benue, i terroristi si travestono da pastori nomadi per nascondere il vero scopo dei loro attacchi, che è quello di espellere i cristiani dalle loro terre.
Lunedì sera tre seminaristi del seminario maggiore Christ the King di Fayat, nello Stato nigeriano di Kaduna, sono stati rapiti e altri sei sono rimasti feriti. I seminaristi sequestrati sono studenti del quarto anno di teologia e appartengono alla Congregazione degli Apostoli della Divina Carità e dei Piccoli Figli dell'Eucaristia. Al momento dell’aggressione, poco dopo le 19:20 dell’11 ottobre, sul posto erano presenti 130 seminaristi, oltre al rettore e al personale.
Ancora violenza contro i cristiani in Nigeria.
"Noi cristiani in Nigeria siamo davvero perseguitati. Ogni giorno dei nostri fratelli vengono massacrati per strada". In un toccante video inviato stamane da Maiduguri – nel nord del Paese - ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, il sacerdote nigeriano don Joseph Bature Fidelis esprime tutto il suo dolore e la preoccupazione per i cristiani in Nigeria, dove si teme in questi giorni anche per la sorte dei quattro seminaristi del Seminario Maggiore “Buon Pastore” di Kaduna, nell’omonimo Stato federato della Nigeria, rapiti la sera dell’8 gennaio scorso da sequestratori non ancora identificati. I loro nomi sono Pius Kanwai (19 anni), Peter Umenukor (23 anni), Stephen Amos (23 anni) e Michael Nnadi (18 anni).
Natale di sangue per i cristiani di Nigeria. Sono stati 11 i cristiani fucilati decapitati nel giorno di Natale in una località imprecisata, mentre altri cristiani sono stati uccisi in una località imprecisata nel Nord Est del Paese. Attentati rivendicati dai miliziani dello Stato Islamico nella provincia dell’Africa Occidentale (Iswap), una fazione di Boko Haram particolarmente fedele al cosiddetto Stato Islamico.