Qualche fedele in più e un grande quadro della Madonna che scioglie i nodi, tutti con la mascherina ma non il Papa e i celebranti. Così all’ altare della Cattedra di San Pietro Papa Francesco ha celebrato la Pentecoste.
“A Pentecoste Dio ha contagiato di vita il mondo. Quanto stride tutto ciò con il contagio di morte che da mesi infesta la Terra! Allora, mai come oggi è necessario invocare lo Spirito Santo, perché riversi la vita di Dio, l’amore, nei nostri cuori. Infatti, perché il futuro sia migliore, è il nostro cuore che deve diventare migliore”.
La Chiesa celebra oggi la Pentecoste, che San Giovanni Crisostomo con un’espressione efficace definisce “la festa centrale del culto cattolico”, al cuore della quale c’è il dono per eccellenza, dello Spirito Santo, promesso da Gesù ed effuso ai primordi della Chiesa nascente.
“Lo Spirito promesso da Gesù viene per rinnovare, per convertire, per guarire ognuno di noi. Viene a sanare le paure - quante paure abbiamo - insicurezze; viene per guarire le nostre ferite, le ferite che anche noi facciamo l'uno con l'altro; e viene per convertirci in discepoli, discepoli missionari, testimoni pieni di coraggio, di parresia apostolica, necessaria per la predicazione del Vangelo di Gesù, come leggiamo nei seguenti versetti che accadde agli Apostoli”.
“Sono diverse le tentazioni, tipiche di questo tempo, che possono accecarci e farci coltivare certi sentimenti e atteggiamenti che non permettono alla speranza di stimolare la nostra creatività, il nostro ingegno e la nostra capacità di risposta”.
Riconoscere, interpretare, scegliere. Sono le colonne portanti – prese dalla Evangelii Gaudium del Papa – che condurranno i tre giorni di ritiro, al via oggi, di sacerdoti, seminaristi e religiose della Diocesi di Roma in vista di Pentecoste. A proporlo è stato il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma
"Voi siete i nostri preti che incarnano la missione fino agli estremi confini della terra e portate nel vostro cuore il fuoco dello Spirito che fece uscire gli Apostoli dal Cenacolo. Siete la nostra Chiesa che impara a parlare lingue nuove, rendendo comprensibile in culture diverse dalle nostre – per la medesima effusione dello Spirito – il vangelo di Gesù e la comunione offerta in Lui". Così il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, nella lettera inviata per Pentecoste ai sacerdoti fidei donum della Diocesi di Roma.
“Suscitano dolore e preoccupazione le notizie che giungono in questi giorni dal Sudan. Preghiamo per questo popolo, perché cessino le violenze e si ricerchi il bene comune nel dialogo”. È questo il cuore del Regina Coeli odierno di Papa Francesco sul sagrato della Basilica Vaticana per la Domenica di Pentecoste.
Lo Spirito Santo si manifesta con il fuoco ed il vento.
Tempo di Feste dei Popoli o delle Genti nelle varie diocesi italiane in occasione della Pentecoste che si celebra domani, domenica 9 giugno. Molte le iniziative promosse in questi giorni come momento di incontro fra culture e popoli diversi.
Sabato 8 giugno, in programma tra le celebrazioni di giugno, c'è la veglia di Pentecoste con il Papa. L'appuntamento è alle 18.30 in piazza San Pietro. Il 9 giugno 2019, Domenica di Pentecoste, alle ore 10.30, Papa Francesco celebrerà la Santa Messa sempre in Piazza San Pietro.
Dopo aver nominato la situazione in Terrasanta nell’omelia della Messa di Pentecoste, Papa Francesco ritorna sulla questione al Regina Coeli. E fa un appello per il Venezuela.
Nella strada da Gerusalemme a Gaza, l’apostolo Filippo predica al funzionario etiope, e lo battezza, nella prima tappa di una predicazione che va sempre lontano. Ma la predicazione di Filippo, il suo coraggio nell’evangelizzare, nascono nel giorno di Pentecoste. E questa storia viene accennata nella omelia di Pentecoste di Papa Francesco, tutta dedicata all’imprevedibilità dello Spirito, che cambia cuori e vicende. Menzionando Gaza, Papa Francesco sottolinea: “Come suona doloroso oggi, questo nome! Lo spirito cambi i cuori e le vicende e porti pace nella Terra Santa”.
La Pentecoste, che oggi celebriamo, è la festa dello Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità. Gesù, prima di lasciare questo mondo, cioè prima della sua morte, annuncia, con un’affermazione singolare, la venuta dello Spirito: E’ meglio per voi che io me ne vada (Gv. 16.7). I discepoli nelle parole del Maestro colgono solo l’aspetto della separazione, che suscita in loro un sentimento di tristezza. Possiamo ben immaginare le obiezioni degli apostoli: “Ma come! Tu sei venuto per salvarci, per essere la nostra guida, tu che ci hai chiamati tuoi amici ora vuoi andartene?”.
“In questi giorni assistiamo all’ennesima esplosione di odio e violenza, che sta insanguinando ancora una volta la Terra Santa. La vita di tanti giovani ancora una volta è stata spenta e centinaia di famiglie piangono sui loro cari, morti o feriti. Ancora una volta, come in una sorta di circolo vizioso, siamo costretti a condannare ogni forma di violenza, ogni uso cinico di vite umane e di violenza sproporzionata. Ancora una volta siamo costretti dalle circostanze a chiedere e gridare per la giustizia e la pace!”. Lo scrive l’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico di Gerusalemme dei Latini.
Lo Spirito Santo si manifesta con il fuoco ed il vento. Il fuoco nella Sacra Scrittura è immagine dell’amore che penetra tutto; il fuoco, poi, purifica, riscalda, illumina. Questa ultima caratteristica serve a Gesù per spiegare ai suoi discepoli, e quindi anche a noi, che lo Spirito Santo ha la missione di fare chiarezza sulla persona di Gesù: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera…Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv. 16.13-14). E’ lo Spirito Santo, dunque, che porta alla comprensione piena della verità insegnata da Cristo e ci fa riconoscere la sua vera identità.
A mezzogiorno, come ogni domenica, il Papa si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico per guidare la recita dell’ultimo Regina Coeli che durante il tempo di Pasqua ha sostituito l’Angelus.
Una pioggia di petali di rose che ogni anno scende dall’ oculum della cupola del Pantheon nel giorno di Pentecoste. É una antica tradizione che si rinnova ogni anno. A mezzogiorno, dopo la messa i Vigili del Fuoco, ad un'altezza di 43 metri hanno fatto cadere migliaia di petali dall' "occhio del cielo", il lucernario di 9 metri di diametro, posto in cima alla cupola.