È un mondo diverso, quello slovacco. Quando Papa Francesco andò a settembre, si guardava al futuro con una certa fiducia, e il problema principale era dato dalla pandemia e dalle misure restrittive. Oggi la Slovacchia, Paese di frontiera dell’Ucraina, si trova a fare i conti con l’emergenza migratoria, e la Chiesa, come sempre, ha messo in campo volontari, strutture, capacità. Un impegno che il Papa conosce e riconosce, rivolgendosi ai pellegrini slovacchi.