Tra il 1914 e il 1922 nei corridoi del Vaticano si vedeva spesso un personaggio assai particolare. Si trattava del barone Carlo Monti “incaricato d’affari” del governo italiano presso la Santa Sede. Sono gli anni febbrili della Prima Guerra Mondiale, e sono gli anni febbrili del dibattito che porterà l’11 febbraio del 1929 ai Patti Lateranensi.
Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per far fronte alla situazione d’emergenza causata dal Covid-19, le riflessioni che seguiranno saranno incentrate, esclusivamente, su un tema che pare non essere stato ancora trattato adeguatamente e sul quale, date le notevoli implicazioni, si sarebbe dovuto riflettere con maggiore cura: quello dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa.
“C’è una grande volontà di ascolto e di considerare il punto di vista della Chiesa”.
“Desidero ricordare, quale avvenimento di storica portata, la firma dell’accordo di revisione del Concordato lateranense che ha avuto luogo ieri.
Il 7 giugno 1929 - 90 anni fa - entravano ufficialmente in vigore i Patti Lateranensi e contestualmente nasceva lo Stato della Città del Vaticano a l termine della cerimonia dello scambio delle ratifiche da parte delle delegazioni dell’Italia e del Vaticano. A mezzogiorno in punto i Carabinieri del Regno d’Italia lasciavano il posto alla Guardia Svizzera Pontificia.
Questa occasione “susciti un rinnovato impegno di testimonianza evangelica”. E' l'auspicio espresso da Papa Francesco al Parrocco della Parrocchia di Sant'Anna in Vaticano - P. Bruno Silvestrini - in un messaggio in occasione del novantesimo anniversario della erezione della parrocchia pontificia.
Per antica tradizione nella prima settimana di Quaresima, dopo la Ceneri i Pontefici incontrano il Clero di Roma. Un appuntamento che oggi prosegue anche per Papa Francesco.
L’ Anniversario dei Patti laternensi ieri non è stato proprio un evento particolarmente sentito in Italia e nemmeno in Vaticano.
Dal 1870 al 1929, la Chiesa non ha avuto uno Stato, né poteva disporre liberamente dei propri beni. Era la questione “Romana”, che si era creata con la presa di Roma e l’annessione dello Stato pontificio al Regno d’Italia. Con i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929, la Santa Sede otteneva di nuovo una piccola autonomia territoriale, lo Stato di Città del Vaticano. “Quel tanto di corpo che serve a portare avanti la nostra missione”, diceva Pio XI.
La mattina del 6 febbraio del 1929 Papa Pio XI celebrava l’anniversario della sua elezione. Si era alla fase finale della firma dei Patti Lateranensi.
Si celebra oggi il 92/mo anniversario della firma dei Patti Lateranensi, l’accordo tra l’allora Regno d’Italia e la Santa Sede per il superamento della questione romana, aperta con la presa di Roma il 20 settembre 1870. Era l’11 febbraio 1929 e a firmare l’intesa nel Palazzo del Laterano da un lato il capo del governo italiano Benito Mussolini, dall’altro il Cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Papa Pio XI.
La Santa Sede si impegnerà in una mediazione per il Venezuela? È questa la domanda più ricorrente riguardo la diplomazia pontificia dopo gli ultimi sviluppi e dopo le parole di Papa Francesco nel volo di ritorno da Abu Dhabi.
Lo Stato della Città del Vaticano compie 90 e da 90 si è conclusa la “ Questione romana”.
Penisola italiana, 1870. In questo contesto storico tutto era mutato dal precedente assetto positivo. I singoli regni stavano cercando una loro autonomia, per confluire in uno stesso Stato però stavolta unitario.
Come ogni anno a Palazzo Borromeo, Sede dell'Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, si è celebrato l'anniversario della firma dei Patti Lateranensi e della revisione del Concordato tra Stato e Chiesa. I Patti Lateranensi furono firmati nel 1929, il Concordato fu invece modificato nel 1984.
86 anni fa la parola fine alla questione romana, sorta dopo la presa di Roma del 20 settembre 1870.