300 membri dei Patrons of the Arts dei Musei Vaticani sono stati ricevuti questa mattina in udienza da Papa Francesco in Vaticano. Per il Papa "l’arte religiosa in particolare può portare un messaggio di misericordia, compassione e incoraggiamento non solo ai credenti, ma anche a coloro che dubitano, che si sentono smarriti, incerti o forse soli”.
Una mostra tutta americana, “L’oro di Crivelli” è il titolo dell’evento che mette in mostra fino al 21 gennaio 2020 nella Pinacoteca dei Musei Vaticani un gruppo di opere del grande artista veneziano attivo tra la Dalmazia, l’entroterra veneto e le Marche, nel periodo che va dal 1463 al 1494, anno in cui la morte lo colse ad Ascoli Piceno.
E’ la più attuale tendenza del restauro e i Musei Vaticani sono in prima fila.
Il verde della terra, il blu del mare, l’oro delle decorazioni e sullo sfondo il blu del cielo e il verde dei pini di Roma, e l’oro rosato dei tramonti. La Galleria delle Carte Geografiche, oggi parte dei Musei Vaticani, é uno dei gioielli del tardo rinascimento che grazie ai Pontefici oggi sono la testimonianza di un mondo che forgiato la storia, la cultura, la scienza.
Una volta c’era il mecenatismo. Ora ci sono gli sponsors. Ma resta il fatto che l’arte ha bisogno di chi la sostenga. In Vaticano dal 1982 ci sono i Patrons che si occupano dei Musei Vaticani e di molti dei capolavori della Chiesa che hanno bisogno di cure.
Arianna, un personaggio della mitologia greca che è entrato nel linguaggio comune di tutti i tempi, lei e il suo filo per non perdersi nei labirinti del Minotauro, come in quelli della vita.
Uno sguardo dall’interno dell’arte in Vaticano e della comunità che da decenni si occupa della tutela del meraviglioso patrimonio dei Musei della Santa Sede. Si chiama Patrum ed è una app con una chat istantanea per sviluppare la raccolta di fondi e creare una vera comunità di sostegno per l’arte. A promuoverla sono i Patrons for the Arts dei Musei Vaticani.
Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. Si chiamavano così i maestri del gruppo di artisti che hanno fatto bella Roma a metà del ‘500. Con loro una quarantina di artisti e decoratori che si guadagnarono il nome di “pittori sistini”. Perchè fu a loro che Papa Sisto V, il grande urbanista di Roma, affidò la decorazione di tutto quello che sotto il suo pontificato venne costruito e ristrutturato da Domenico Fontana, ingegnere prima che architetto.