La visita al carcere femminile della Giudecca, l’incontro con gli artisti al Padiglione della Biennale, l’abbraccio con i giovani, la Messa in Piazza San Marco e l’atto di venerazione presso le spoglie dell’Evangelista. Sono i flash della visita di ieri del Papa a Venezia. Breve ma intensa, uno dei momenti più intensi sicuramente l’incontro tra Francesco e le detenute della Giudecca ci dice in questa intervista il Patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia.
Quella del prossimo 28 aprile da parte del Papa “sarà la prima di tre tappe che lo vedranno pellegrino nelle Chiese del Triveneto nei prossimi quattro mesi”. Lo scrive il Patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia in una lettera ai fedeli in vista dell’arrivo del Pontefice in Laguna.
Il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, ha incontrato un gruppo di giovani migranti provenienti da Mali, Costa d’Avorio e Burkina Faso e ospitati presso la Casa Santa Maria del Lago a Tai di Cadore, nel bellunese, gestita dalla cooperativa solidale “Città Solare”.
Messa solenne ieri a Venezia per la festa patronale di San Marco Evangelista presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia.
"Tocchiamo di nuovo con mano, attraverso le violenze e le morti di queste settimane, come la pretesa di un “uomo” che si vuole affermare su tutto e su tutti possa sempre ritornare e farsi largo in modo dirompente e devastante; l’uomo al posto di Dio, l’uomo che si crede Dio, l’uomo che finirà per essere sepolto dalla sua ebbrezza di potere e superbia".
“Anche la ricorrenza annuale del nostro patrono, l’evangelista Marco, ha il sapore amaro delle violenze e delle crudeltà di una guerra insensata che, da due mesi, insanguina l’Ucraina e ferisce l’intera umanità. All’intercessione di san Marco – raffigurato da un leone con un libro aperto su cui si leggono le parole “Pax tibi Marce…” - affidiamo la nostra invocazione e speranza di pace, da associare alla verità, alla giustizia e alla pietà. Preghiamo, soprattutto, perché cessi l’uso delle armi e la violenza e così si possa dare sollievo alle persone, in particolare alle più fragili e provate”. Lo ha detto il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, nell’omelia di ieri per la Messa in occasione della Festa patronale di San Marco.
"Oggi oltre ad essere la giornata in cui la Chiesa celebra la festa dell’evangelista Marco, è anche la giornata in cui come cittadini ricordiamo la conclusione della seconda guerra mondiale e l’inizio di una ripartenza non facile e che, finalmente, di nuovo guardava all’uomo e non alle ideologie". Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia apre l’omelia della Messa celebrata per la festa patronale di San Marco Evangelista a Venezia, nella Basilica Patriarcale di San Marco.
Una Messa del Patriarca Moraglia e una preghiera contro la tratta e la prostituzione si terrà nella chiesa veneziana in cui è stata battezzata Santa Bakhita. Un evento proposto insieme all'associazione "Papa Giovanni XXIII". Tutto questo è previsto alle 17.30 di lunedì 8 febbraio 2021.
"Ci prepariamo a vivere il tempo non certo facile della ripartenza che porterà con sé problematiche già vissute e l’accentuarsi di sofferenze legate alla crisi socioeconomica. La convivenza con Covid-19, purtroppo, è destinata a protrarsi nel tempo. Iniziamo, quindi, una vera attraversata del deserto che non sarà facile e in cui le nostre comunità sono chiamate a riscoprire la virtù cristiana della speranza, guardandosi e dal facile sconforto e dall’ottimismo di maniera, consapevoli che Gesù risorto non abbandona coloro che si affidano a Lui".
"La terza domenica di luglio, a Venezia, si celebra la festa del Santissimo Redentore ricordando l’evento che, in modo drammatico, segnò la città e che oggi - in tempo di Covid 19 - riviviamo con particolare intensità. Questa festa è, infatti, legata al voto con cui il Senato della Repubblica decise di affidarsi alla misericordia di Dio per sconfiggere la pandemia del 1575-76 che, in città, seminò ovunque morte".
Anche il Patriarca di Venezia esprime delusione in merito all’ultimo DPCM ed auspica che si possano trovare soluzioni condivise per tornare a celebrare l’Eucaristia con la partecipazione del popolo.
“Celebro per voi e con voi, in questa modalità virtuale, col desiderio grande di poter presto tornare a celebrare insieme”. Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, aprendo l’omelia della Messa celebrata per la festa patronale di San Marco Evangelista.
Sono più di 100 i casi di Coronavirus accertati in Italia e più precisamente nelle regioni nord del Paese. Per questo motivo, alcune diocesi italiane come Milano, Torino, Venezia, hanno reso note le disposizioni riguardo messe e attività pastorali per limitare il contagio.
Un nuovo ed importante incontro di dialogo e confronto interreligioso con la comunità islamica è in programma la sera di martedì 4 febbraio, a Marghera.
“Quest’anno viviamo una festa della Salute molto particolare, dopo quanto è successo nella notte fra 12 e il 13 novembre e nei giorni successivi. Si è sfiorata la tragedia e un nuovo campanello d’allarme è risuonato forte; speriamo sia stato ascoltato”. Lo ha detto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della Messa celebrata per la festa della Madonna della Salute.
In una Venezia flagellata e così duramente provata, in tutte le sue componenti, dall’emergenza acqua alta di questi giorni si sta per riproporre l’importante e sentito appuntamento annuale della Madonna della Salute con cui l’intera città intende rinnovare l’antichissimo “voto”.
L’acqua alta record della notte scorsa ha messo letteralmente in ginocchio la città di Venezia. L’ondata di maltempo ha provocato anche la morte di due persone. Ha riportato danni anche la Basilica di San Marco: la cripta risulta completamente allagata.
Venezia ha vissuto in questi giorni la grande festa religiosa e cittadina del Redentore, sempre particolarmente sentita e attesa: da quasi quattro secoli e mezzo, in tale circostanza, migliaia di fedeli attraversano il canale della Giudecca in pellegrinaggio per sciogliere l’antico voto, che risale al XVI secolo, quando la città lagunare fu colpita da una terribile peste.
“L’Evangelista Marco ha voluto trasmettere alla Chiesa il Vangelo, affinché i discepoli di ogni epoca, frequentando tale scuola, potessero incontrare personalmente Gesù Cristo e rimanergli fedeli. Oggi a ricordarci in modo drammatico quanto siano impegnative le parole del Vangelo ci sono le immagini del sacrificio di tanti fratelli e sorelle di fede che, insieme ad altre persone, hanno trovato la morte negli attentati che hanno insanguinato lo Sri Lanka”. È questo il cuore dell’omelia del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia durante la Messa presieduta nella basilica cattedrale di S. Marco, alla presenza dei fedeli e delle autorità civili e militari della comunità lagunare, nella solennità dedicata dell’evangelista patrono di Venezia e delle genti venete.
Si svolge domani a Venezia la seconda edizione del premio “Laudato si’. Venezia: i giovani per l’ambiente” promosso dalla Rete di importanti attori della società civile del territorio veneziano, coordinati dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro del Patriarcato di Venezia. 20 le tesi che hanno partecipato al concorso.