Questa mattina Papa Francesco ha nominato Monsignor Giovanni Paccosi nuovo Vescovo di San Miniato, finora ricopriva l’incarico di Responsabile per l’America Latina della Fraternità di Comunione e Liberazione. Succede a Monsignor Andrea Migliavacca, nominato lo scorso ottobre Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
"Prima di tutto penso che dobbiamo ringraziare il Signore, perché, con il suo aiuto, abbiamo superato la fase critica della pandemia. Non dimentichiamo! Quando eravamo nella chiusura dicevamo: chissà come sarà quando saremo liberi di muoverci, di incontrarci, e così via. Poi, appen le cose cambiano, perdiamo la memoria e andiamo avanti come se niente fosse stato. E magari nemmeno ringraziamo il Signore! Questo non è cristiano e non è neppure umano. No, vogliamo ringraziare perché abbiamo potuto riprendere a lavorare, e anche cercando di superare certi problemi più o meno grandi che si erano creati nel periodo più difficile". Sono queste le prime parole del Papa ai dipendenti della Santa Sede e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che ha incontrato, con i rispettivi familiari, per gli auguri di Natale.
Il pericolo più grande, per gli uomini di Chiesa che lavorano in Curia, è quello del “demonio educato, che non viene facendo rumore, ma portando fiori”. Ed è per questo – si giustifica Papa Francesco – che a volte dice “cose che possono suonare dure e forti”, ma non perché “non creda nel valore della dolcezza e della tenerezza, ma perché è bene riservare le carezze agli affatica e agli oppressi e trovare il coraggio di affliggere i consolati”, perché – spiegava don Tonino Bello, citato dal Papa – “a volte la loro consolazione è solo l’inganno del demonio e non un dono dello Spirito Santo.
Oggi 21 dicembre il Papa ha ricevuto le famiglie di quattro ragazzi israeliane vittime di Hamas, accompagnati dall'Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede.
Nel discorso in lingua italiana il Papa continua il ciclo di catechesi sul Discernimento. Nell’Aula Paolo VI il Pontefice sottolinea ai fedeli l'importanza di discernere. "Nel nostro primo incontro avevamo visto che sempre, ogni giorno, che lo vogliamo o no, compiamo atti di discernimento, in quello che mangiamo, leggiamo, sul lavoro, nelle relazioni. La vita ci mette sempre di fronte a delle scelte", dice Francesco.
Nel menzionare alla fine dell’Angelus la situazione nel corridoio di Lachin, tra Armenia e Azerbaijan, Papa Francesco non ha fatto altro che rispondere ad un appello del catholicos di Armenia Karekin II, e di quello di Cilicia Aram II. Perché i due leader della Chiesa Apostolica Armena – parte di quelle chiese ortodosse orientali pre-calcedoniche – avevano lanciato un appello per risolvere la pesante situazione umanitaria che si era creata nel corridodio che resta l’unico canale di comunicazione tra i 120 mila residenti della Repubblica dell’Artsakh, ovvero del Nagorno Karabakh, alla capitale armena Erevan.
Il Cardinale Severino Poletto “ha speso la vita come pastore del Popolo Santo di Dio”. E’ quanto ha scritto il Papa all’Arcivescovo di Torino Repole, nel telegramma di cordoglio per la morte del porporato che a marzo avrebbe compiuto 90 anni.
“Non c’è sindacato senza lavoratori e non ci sono lavoratori liberi senza sindacato. Viviamo un’epoca che, malgrado i progressi tecnologici ha in parte deluso le aspettative di giustizia in ambito lavorativo. E questo chiede anzitutto di ripartire dal valore del lavoro, come luogo di incontro tra la vocazione personale e la dimensione sociale”. Lo ha detto il Papa, stamane, incontrando nell’aula Paolo VI i delegati della CGIL.
Le dimissioni scritte e firmate in caso di impedimento. Le opinioni sul colonialismo. Ma anche il ribadire che ci si trova in una guerra mondiale a pezzi. La richiesta di un Natale di pace e le lamentele del fatto che a volte viene usato e il suo pensiero un po’ manipolato. Papa Francesco si racconta in una lunga intervista al quotidiano ABC e poi in una intervista per le reti Mediaset.
San Giuseppe vede i propri sogni infranti, eppure non esita ad aprirsi alle sorprese di Dio. Ed è, per noi, un esempio, perché invece di cedere “a rabbia e chiusure”, anche noi dobbiamo essere aperti alle sorprese di Dio. Prima della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco commenta il Vangelo del giorno, che presenta un San Giuseppe dubbioso dopo aver saputo della gravidanza di Maria.
Come di consueto, il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha fatto i suoi auguri a Papa Francesco con un telegramma.
Un incontro di trenta minuti, seguito da uno scambio di doni in cui non poteva mancare, da parte slovena, la potička”, dolce tipico, che il Papa ha mostrato di conoscere ed apprezzare, dato che una delle sue nipoti, Maria Ines, è sposata ad un uomo sloveno. Ma la visita di Golob, primo ministro sloveno da fine maggio 2022 dopo che il suo partito ha avuto la maggioranza relativa, è anche parte della necessità di stabilire relazioni con la Santa Sede in un panorama politico nuovo.
"La pace, lo sappiamo, si costruisce giorno per giorno, è un desiderio che accompagna e motiva il nostro vivere quotidiano.
Tu es Petrus Talks, quando si dice un regalo utile. Un regalo a Papa Francesco per il suo compleanno che di fatto è un regalo per tutti quelli che vogliono conoscere davvero il suo pensiero.
Un piccolo mappamondo a tre persone che si sono distinte nell’impegno per la Carità, sotto il segno di Madre Teresa. Nel giorno del suo compleanno, Papa Francesco dà un piccolo riconoscimento, un “fiore di gratitudine” lo chiama il Dicastero della Carità che ha patrocinato l’iniziativa, a “tre persone che in situazioni di vita diversissime vivono la Carità verso i più poveri”.
La Santa Sede ha comunicato questa mattina che Papa Francesco “ha deciso di donare a Sua Beatitudine Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, i tre frammenti del Partenone, da secoli custoditi con cura presso le Collezioni Pontificie e nei Musei Vaticani ed esposti a milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo”.
“Anche se gli eventi della nostra esistenza appaiono così tragici e ci sentiamo spinti nel tunnel oscuro e difficile dell’ingiustizia e della sofferenza, siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza, fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino. Per questo San Paolo esorta costantemente la Comunità a vigilare, cercando il bene, la giustizia e la verità. È un invito a restare svegli, a non rinchiuderci nella paura, nel dolore o nella rassegnazione, a non cedere alla distrazione, a non scoraggiarci ma ad essere invece come sentinelle capaci di vegliare e di cogliere le prime luci dell’alba, soprattutto nelle ore più buie”. E’ quanto ricorda il Papa nell’incipit del Messaggio in occasione della 56/ma Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il prossimo 1 gennaio.
"Ad accompagnarvi, in quest’anno associativo, ci sono anche delle parole. Poche, ma forti. Sono alcune parole che Gesù dice ai suoi discepoli, a ciascuno di noi: Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli. È una richiesta che il Signore fa ad ogni cristiano in ogni tempo. Gesù utilizza un verbo facile ed essenziale: andare”. Francesco accoglie nel Palazzo Apostolico Vaticano i Ragazzi dell’Azione Cattolica.
Belize, Bahamas, Tailandia, Norvegia, Mongolia, Niger, Uganda e Sudan.
L’Udienza Generale di questa mattina si svolge nell’Aula Paolo VI, dove Papa Francesco come ogni mercoledì incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Discernimento, incentra la sua meditazione sul tema: “La vigilanza”, la "fase finale" di questo percorso.