Il Sud Sudan ha bisogno di “padri, non padroni”. Papa Francesco si rivolge direttamente alle autorità, che incontra nel suo primo appuntamento nel Paese. Era un viaggio desiderato da tempo, per Papa Francesco. Un “pellegrinaggio ecumenico”, insieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e al moderatore della Chiesa di Scozia Iain Greenshields, per aiutare il processo di pace in un Paese giovane, nato nel 2011, che vive in un conflitto interno che sembra essere senza fine. E chiede alle autorità di servire il popolo, ascoltando non la parola del Papa, ma quella di Gesù al discepolo che sfodera la spada. È la parola “Basta”, più volte pronunciata dal Papa in questi giorni.
Per la prima volta, non c’è solo il nunzio e le autorità del Paese ad entrare nel volo papale per accoglierlo dopo l’atterraggio. Ad aspettare Papa Francesco, nell’aeroporto di Giuba, ci sono anche l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e il moderatore della Chiesa di Scozia Iain Greenshields. Anche loro entrano nell’aereo e salutano il Papa, prima di uscire dalla scaletta, mentre il Papa, come ormai da tempo, usa un piccolo ascensore e resta in sedia a rotelle per i ben noti problemi al ginocchio.
Dopo aver incontrato i vescovi, Papa Francesco lascia la Repubblica Democratica del Congo e si dirige adesso verso il Sudan del Sud, seconda ed ultima tappa del suo viaggio apostolico in Africa.
"Se nella Chiesa ognuno è una missione, ciascuno e ciascuna di voi lo è con una grazia propria in quanto persona consacrata.
Nel giorno dedicato alla vita consacrata il Papa incontra i religiosi della Repubblica democratica del Congo e ricorda: "
Presso lo Stadio dei Martiri di Pentecoste a Lingwala, Kinshasa, il Papa incontra i giovani e i catechisti della Repubblica Democratica del Congo. Un incontro intenso, un vero momento di festa, caratterizzato da balli tradizionali e testimonianze.
L'ultimo appuntamento di oggi di Papa Francesco in Congo è con i rappresentanti di alcune Opere Caritative presso la Nunziatura Apostolica di Kinshasa.
“Basta! Basta arricchirsi sulla pelle dei più deboli, basta arricchirsi con risorse e soldi sporchi di sangue”. Incontrando le vittime del conflitto che imperversa a Est del Paese, Papa Francesco non lesina parole dure contro “tutte le entità, interne ed esterne, che tirano i fili della guerra nella Repubblica Democratica del Congo, depredandola, flagellandola e destabilizzandola”, che si arricchiscono “attraverso lo sfruttamento illegale dei beni di questo Paese e il cruento sacrificio di vittime innocenti”. E chiede loro di ascoltare “il grido del loro sangue”, prestando “orecchio alla voce di Dio, che vi chiama alla conversione, e a quella della vostra coscienza: fate tacere le armi, mettete fine alla guerra”.
Da oltre 25 anni la popolazione civile della Repubblica democratica del Congo è preda di guerre e bande armate, che hanno causato tra 12.000.000 e 15.000.000 di morti civili:
In una nazione che vive ancora una situazione di guerra, dopo la difficile transizione presidenziale del 2018, i congolesi sono chiamai a riprendere tra le mani la loro dignità, a ricostruire una nazione in pace e riconciliata. E l’appello viene direttamente da Papa Francesco, nel suo primo discorso in Repubblica Democratica del Congo.
Una preghiera per il Sahara, un momento di silenzio per tutti quelli che lo attraversano in cerca di benessere. Papa Francesco, in volo verso la Repubblica Democratica del Congo, ha chiesto ai giornalisti un minuto di silenzio. Non è una richiesta usuale, ma il Papa la aveva probabilmente pensata. Come già successo andando verso il Bahrein, il Papa non fa il giro dell’aereo, ma si fa salutare dai giornalisti.
Papa Francesco ha nominato Sotto-Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti Monsignor Krzysztof Marcjanowicz, finora Officiale del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo e Cerimoniere Pontificio.
Papa Francesco è in volo verso Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Inizia così il suo 40esimo Viaggio Apostolico.
"Lo sport deve essere sempre a servizio della persona e della società, non di interessi o logiche di potere". Papa Francesco con queste parole riceve in Udienza, nel Palazzo Apostolico, i Membri della Federazione Italiana Pallavolo, atlete e atleti delle nazionali italiane di pallavolo, maschili e femminili, maggiori e giovanili.
"Saluto con piacere le nuove Alte Cariche e i membri del nuovo Sovrano Consiglio, eletto nel corso del Capitolo Generale che avete appena concluso. Da qui riprendete con rinnovato slancio il vostro impegno di tuitio fidei e obsequium pauperum, dando gratuitamente quello che avete gratuitamente ricevuto e testimoniando che seguire Cristo nel servizio ai poveri e ai malati è un cammino che riempie l’anima". Francesco saluta e accoglie in Vaticano i Partecipanti al Capitolo Generale del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Papa Francesco continua il ricambio generazionale nella Curia, e nomina un vescovo missionario americano come prefetto del Dicastero dei Vescovi. Robert Francis Prevost, vescovo di Chiclayo, prenderà il posto del Cardinale Marc Ouellet alla guida del dicastero che seleziona i vescovi di tutto il mondo (tranne quell in territorio di Propaganda Fide) e alla presidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina.
"Chi sono i “poveri in spirito”? Sono coloro che sanno di non bastare a sé stessi, di non essere autosufficienti, e vivono come “mendicanti di Dio”".
Si prepara il viaggio di Papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, e vale la pena guardare a come queste due nazioni hanno gestito le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Osservatore privilegiato è sicuramente il nunzio in Repubblica Democratica del Congo, l’arcivescovo Ettore Balestrero, che con ACI Stampa delinea quali sono le sfide del viaggio.
"Gesù ci chiama dalla nostra povertà, dalla nostra fragilità, a quella chiamata dobbiamo rispondere con un perenne proposito di conversione.