“La paura è un atteggiamento che ci fa male. Ci indebolisce, ci rimpiccolisce. Anche ci paralizza, la paura ti porta a un egocentrismo egoistico e ti paralizza. Un cristiano pauroso è una persona che non ha capito quale sia il messaggio di Gesù”. Lo ha detto il Papa stamane nel corso della messa mattutina a Santa Marta.
Papa Francesco ritorna sul tema dell’educazione e spiega che “tutti noi, nella vita, abbiamo bisogno di educatori, persone mature, sagge ed equilibrate che ci aiutano a crescere nella famiglia, nello studio, nel lavoro, nella fede”. Di più, abbiamo bisogno di “educatori che ci incoraggiano a muovere i primi passi in una nuova attività senza aver paura degli ostacoli e delle sfide da affrontare; che ci spronano a superare momenti di difficoltà; che ci esortano ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri compagni; che ci sono accanto sia nei momenti di delusione e smarrimento sia in quelli di gioia e di successo”.
“Siamo già tantissimi per l'udienza del 13 giugno dal Santo Padre”: è il “grido” di gioia dell’Agesci, che annuncia oltre 70mila preiscrizioni per l’incontro degli scout cattolici con Papa Francesco. Un udienza che giungerà al termine di una “route” tutta speciale, un vero e proprio pellegrinaggio con un “bastone del pellegrino”, ispirati dalle parole di don Tonino Bello.
E’ significativa la presenza della statua della Vergine di Fatima in piazza San Pietro. Non soltanto perché oggi ricorre la festa liturgica, di cui Papa Francesco ha fatto ampi cenni durante l’Udienza generale. In questo 13 maggio si ricordano i trentaquattro anni dall’attentato a Giovanni Paolo II, ad opera di Ali Agca. Sventato, secondo il Santo Papa Polacco, proprio dalla mano della Vergine. Come segno di gratitudine, il Papa fece incastonare sulla corona della statua il proiettile che non riuscì ad ammazzarlo.
Papa Francesco analizza compiutamente il suo trittico di parole “che aprono la strada per vivere bene in famiglia”. Le ha ripetute più volte, in varie occasioni in questi anni: sono “permesso”, “grazie”, “scusi”. Per il Papa sono “tre parole chiave” per vivere in armonia; “parole semplici” che “forse in un primo momento ci fanno sorridere. Ma quando le dimentichiamo, non c’è più niente da ridere”.
“L’affarismo materiale che sempre ci circonda e ci abbassa, ci toglie la gioia”. Parola di Papa Francesco, che questa mattina ha incontrato gli organizzatori e gli sponsor del “Concerto per i Poveri” nell’auletta dell’Aula Paolo VI, prima dell’Udienza generale.
La Caritas “non è il capo di tutte,” ma è “soltanto aiuto, servizio ed esperienza di comunione.” L’ammonimento di Papa Francesco arriva al termine dell’omelia alla Messa che tiene all’inizio dell’Assemblea Generale di Caritas Internationalis. Una omelia in cui il Papa non nega i benefici effetti della Caritas. Ma chiede all’organizzazione – ombrello della carità della Chiesa di essere più presente e viva nelle parrocchie. Nello spirito del motu proprio con cui Benedetto XVI riformò Caritas Internationalis nel 2012.
Un' ora di colloquio di una domenica mattina tra il Papa e Castro ed ecco la data e il programma del viaggio. 19- 22 settembre secondo quanto ha pubblicato la Conferenza Episcopale Cubana. Si attende ora la conferma ufficiale della Santa Sede.I vescovo cuban i hanno anche diffuso un programma di massima che prevede la visita della capitale La Habana, dove il Papa arriverà da Roma, poi la città Holguín (500mila abitanti ca), luogo mai visitato prima da un altro Pontefice, e infine Santiago di Cuba con il Santuario della Madonna della Caridad del Cobre dove invece sono stati sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI.
La terza volta del premio Nobel Perez Ezquivel da Papa Francesco è data da un’occasione: l’arrivo a Roma della Fondazione italo argentina che ha commissionato la “Missa pro Terre Humilibus,” una composizione liturgica che ha accompagnato una celebrazione eucaristica in Vaticano lo scorso 9 maggio. Presiedeva la celebrazione il Cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato di Città del Vaticano.
Grande successo per la “Marcia per la vita” che si è svolta ieri a Roma con una partecipazione di circa 50mila persone. “E’ importante collaborare insieme per difendere e promuovere la vita”, ha detto il papa parlando della manifestazione. “E, parlando di vita – ha aggiunto -, oggi in tanti Paesi si celebra la festa della mamma: ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme”.
"Dove non c’è la giustizia non c’è la pace". Papa Francesco lo ha fatto ripetere per ben 3 volte stamane ai 7000 bambini della Fabbrica della Pace che hanno gremito l'Aula Paolo VI. Una frase ricorrente questa nel pontificato di Francesco, in linea con i suoi predecessori come ad esempio Pio XII che scelse come motto episcopale 'Opus iustitiae pax' - la pace è opera della giustizia.
Che cosa significa davvero e in senso teologico “povertà”? Una domanda cui ha cercato di rispondere l’annuale convegno della Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura" Seraphicum organizzato dalla Cattedra Kolbiana: “Da Kolbe a papa Francesco: una povertà per l’uomo”. Sesto di una serie di convegni che negli anni si sono sviluppati, ha avuto diversi relatori che hanno raccontato ad esempio il ruolo della povertà nella santità cristiana, intesa come per Santa Teresa d’ Avila come distacco dalle cose, e anche dagli affetti parentali, per essere centrati su Gesù Cristo “senza distrazioni”.
"Leggo tutti i discorsi del Santo Padre, se continuerà a parlare così anch'io che sono comunista ricomincerò a pregare. E non lo dico per scherzo. Quando il Papa verrà a Cuba, prometto di assistere a tutte le messe che celebrerà". Che la frase del Presidente cubano Raul Castro non sia una battuta - dato il contesto ed il luogo in cui è stata pronunciata - è chiaro. Tuttavia parlare di un principio di conversione del leader cubano è probabilmente eccessivo.
“Oggi più che mai siamo uniti dall’ecumenismo del sangue, che ci incoraggia ulteriormente nel cammino verso la pace e la riconciliazione”. In un messaggio a sua Santità Tawadros II, Papa Francesco ricorda il secondo anniversario della visita del “Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di Marco” e “assicura alla comunità cristiana in Egitto e in tutto il Medio Oriente”, la sua “incessante preghiera”, con un ricordo particolare “per i fedeli copti recentemente martirizzati per la loro fede cristiana”: “che il Signore – scrive - li accolga nel suo Regno”.
Un incontro di un’ora tra i due leader latinoamericani. Da una parte il Papa gesuita argentino, Francesco, e dall’altra il fratello del leader della rivoluzione cubana Raul Castro. In Vaticano una domenica mattina può succedere anche questo, quando politica e “cultura dell’incontro” si uniscono per aprire nuove strade. E a Castro piacciono alcuni passaggi della Evangelii gaudium, come ha detto il Papa regalandola al presidente cubano.
Il primo compito dei Vescovi è quello di “lavare i piedi a quanti il Signore ci ha affidato”, partendo dai sacerdoti –“il tempo con loro non è mai sprecato”- , laici e famiglie, perché “la fecondità della nostra missione non è garantita dal numero di dipendenti o dal prestigio dell’Istituzione, nemmeno dalla quantità delle risorse disponibili”. Papa Francesco riceve in Vaticano i Pastori del Mozambico, in visita “ad limina” e invita ad andare incontro al “centro” della missione episcopale, “nelle periferie delle vostre Diocesi e in tutte le periferie esistenziali, dove c'è sofferenza, solitudine, degrado umano”.
Dal 5 al 13 luglio il Papa sarà per la seconda volta in America Latina e precisamente in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Il programma è stato pubbliato oggi dalla Sala stampa della Santa Sede. Oltre venti i discorsi previsti, a cominciare dall’arrivo, alle ore 15 locali di domenica all’aeroporto di Quito, dove si svolgerà la cerimonia di benvenuto.
"Voi atleti avete una missione da compiere: poter essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare. E anche voi, dirigenti, allenatori e operatori sportivi, siete chiamati a dare buona testimonianza di valori umani, maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida". Con queste parole il Papa si è rivolto alla Federazione Italiana Tennis
Commentando le tensioni all'interno delle prime comunità cristiane il Papa - stamane nella Messa quotidiana celebrata a Santa Marta - ha ribadito che i problemi all'interno della Chiesa vanno affrontati e risolti attraverso il dialogo ed il confronto.
Si avvicina la visita che il 1° febbraio Papa Francesco ha annunciato con sorpresa di molti, quella a Sarajevo. Lo scopo è, per il Papa, “incoraggiare i fedeli cattolici” e contribuire “al consolidamento della fraternità, della pace, del dialogo interreligioso e dell'amicizia”. Sarà una visita molto mediatica di una sola giornata. E forse alcuni di coloro che saranno sul volo papale hanno ancora negli occhi l’immagine spietata e commovente di Giovanni Paolo II, già malato, che trema per il freddo durante la messa in quella città. Era aprile del 1997, il Papa polacco aveva aspettato a lungo per poter essere nella città martire della guerra dei Balcani. La guerra era finita nel 1995 con gli accordi di Dayton, ma al Papa avevano vietato il viaggio. Troppo pericoloso per i cecchini ancora in giro. E il Papa aveva accettato di aspettare non per la propria sicurezza, ma per quella dei tanti fedeli che sarebbero arrivati.