Il primo appuntamento pubblico della sua visita a New York il Papa lo riserva al clero, ai religiosi e alle religiose presiedendo i vespri nella Cattedrale di San Patrizio.
Papa Francesco ha parlato nel pomeriggio al Congresso degli Stati Uniti, l'organo legislativo federale della Nazione. Il Parlamento.
Quella degli homeless, i senza tetto è una delle realtà più drammatiche degli Stati Uniti. Uno dei fronti sui quali la Chiesa combatte la battaglia della solidarietà e della accoglienza da sempre. Ed è per questo che il Papa ha scelto la antica chiesa di San Patrizio, la più antica di Washington che da 220 anni serve gli abitanti del centro della capitale con la Messa quotidiana e l'amministrazione dei sacramenti, l'educazione degli adulti, le attività culturali e l'assistenza ai più bisognosi.
La prima volta di un Papa davanti al Congresso degli Stati Uniti, a Washington, "nella terra dei liberi e nella casa dei valorosi". E' toccato a Francesco parlare ai deputati e senatori americani proponendo un discorso ad ampio raggio, interrotto da 37 applausi. Il Papa ha incentrato le sue parole sulle esperienze di 4 americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.
Papa Francesco ha canonizzato presso il Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione di Washington il Beato Junipero Serra, il frate francescano che nel '700 evangelizzò la California
Un discorso ampio, lungo, ricco ed articolato quello che il Papa ha offerto ai Vescovi degli Stati Uniti riuniti nella nella Cattedrale di S. Matteo Apostolo a Washington.
“ I cattolici americani sono impegnati a costruire una società che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti degli individui e delle comunità, e a respingere qualsiasi forma di ingiusta discriminazione.”
Il lungo pellegrinaggio del Santo Padre Francesco nel mondo lo porterà, venerdì 25 settembre, ad incontrare i fedeli della città di New York. Grazie all’interessamento dell’Arcidiocesi della Grande Mela la comunità cattolica potrà vedere il Papa durante la Santa Messa celebrata nel Madison Square Garden, lo stesso luogo che accolse, nel 1979, Giovanni Paolo II. Un incontro molto atteso dagli abitanti della metropoli nord americana: risale al 2008, infatti, l’ultimo viaggio di un Papa nella città a stelle e a strisce, quando Benedetto XVI celebrò la funzione nello Yankee Stadium. In fermento la comunità italo-americana e i numerosi italiani di recente immigrazione. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2015 che la Fondazione Migrantes presenterà a Roma il 6 ottobre p.v., i cittadini italiani residenti negli Stati Uniti sono 239.098, di cui 113.872 femmine, il 47%. A New York, in particolare, risiedono secondo gli ultimi dati dell’Annuario Statistico del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, 82.563 italiani (34,2%).
Bergoglio mette piede per la prima volta negli Stati Uniti e la visita non sarà facile come quella a Cuba. Già in aereo qualcuno riporta i commenti della stampa e il Papa risponde con delle battute. Ma diventa serio quando parla dell’ embargo a Cuba. “Per quanto riguarda la posizione della Santa Sede quanto riguarda embarghi. Papi precedenti hanno parlato di questo. Non solo questo. Ci sono altri casi di embargo. C'è dottrina sociale della Chiesa su di questo.”
Foto con i bambini, selfie, abbracci “stare in famiglia” per il Papa che nella cattedrale di Santiago di Cuba incontra le famiglie appunto. E la testimonianza questa volta è proprio quella di una famiglia. Una immagine, le giovani madri in attesa "incinte di speranza" che chiedono di essere benedette, cui il Papa dice: "toccatevi il grembo e vi do la benedizione!" L’arcivescovo di Santiago saluta ricordando che le famiglie cubane cristiane sono state sempre il punto di riferimento del Vangelo, il luogo di evangelizzazione e il luogo dove si è trasmessa la fede.
Quando Dio ci visita ci tira sempre fuori di casa. E' il concetto centrale espresso dal Papa nella messa celebrata a Santiago, nel Santuario de la Virgen de la Caridad del Cobre.
Quasi un’ ora di colloquio con i vescovi di Cuba. Un incontro privato, nel seminario storico di San Basilio, il solo sopravvissuto al castrismo. A Santiago de Cuba Papa Francesco ripercorre le orme dei suoi due predecessori e si ferma a pregare davanti alla Madonna del Cobre, e ringrazia la gente della Chiesa di Cuba che, anche perseguitata e senza diritti, non ha mai smesso di essere “segno di carità” come la piccola immagine di Maria.
Dopo aver lasciato Holguin Papa Francesco ha raggiunto in volo Santiago, ultima tappa del suo viaggio apostolico a Cuba.
Una benedizione ai piedi della croce, dall’alto di una colle con a fianco i bambini di un coro che canta “ I bambini per la pace”. Il Papa si congeda così da Holguín, con una sosta di preghiera alla Loma de la Cruz (una piccola terrazza che si affaccia sulla città, dalla sommità di una collina con 458 scalini. “Cantate molto bene, non dimenticatevi di pregare per me!” Li saluta così il Papa.
Quella di San Matteo è una festa di conversione. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata nel corso della Messa a Holguin, a Cuba, nel giorno della Festa dell'Apostolo Evangelista.
"Speriamo che la visita di Papa Francesco possa dare nuovo impulso allo sviluppo della Chiesa cubana. Perché nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, la situazione della Chiesa nell’isola non è priva di difficoltà". È l’auspicio di Ulrich Kny, responsabile dei progetti di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Cuba, in questi giorni nel paese caraibico per accompagnare il Papa durante il suo viaggio.
"Prego perchè lei possa essere un pastore ispirato per il gregge che le è stato affidato, sia costruttore instancabile di pace e armonia al servizio e per il bene comune di tutto il Medio Oriente". Lo scrive il Papa in un messaggio a Mar Gewargis, neo eletto Patriarca della Chiesa Assira d'Oriente.
Dopo la giornata a L’ Avana il Papa questa mattina (a Roma saranno circa le due del pomeriggio) s trasferisce a Holguín. Anche qui la messa si celebra in Plaza de la Revolución. La messa è quella di San Matteo apostolo ed evangelista, San Matteo è una figura importante nella storia personale del Papa, nella storia della sua “conversione” a un maggiore impegno cristiano.
Libri di CD. I regali di Papa Francesco a Fidel Castro tutti da capire. I libri di don Alessandro Pronzato, i suoi due documenti e le omelia Padre Armando Llorente, il gesuita spagnolo che è stato maestro di scuola di Fidel Castro, e che poi ha dovuto lasciare Cuba per le persecuzioni alla Chiesa cattolica. Ma Llorente non ha mai smesso di sperare nella conversione del leader cubano che aveva conosciuto quando aveva 16 anni. Padre Armando è morto a 91 anni, nel 2010 a Miami dove era rimasto dal 1961 con gli altri esuli cubani.
Sogno, speranza, incontro. Sono le tre parole chiave del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai giovani che lo hanno incontrato presso il Centro Felix Varela di L’Avana, a Cuba.