E' un Papa Francesco con la voce affranta, che risponde alla telefonata di TV2000. Ripete più volte di essere commosso, afferma che non c'è giusticazione "nemmeno umana per tutto questo," prega per le vittime.
Al termine della conferenza stampa in Vaticano su un convegno promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Cardinale Prefetto Giuseppe Versaldi si è intrattenuto con un piccolo gruppo di giornalisti per commentare le ultime vicende accadute in Vaticano in riferimento anche ai tempi in cui il porporato ricopriva l’incarico di Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
“Sono convinto che Guardini sia un pensatore che ha molto da dire agli uomini del nostro tempo, e non solo ai cristiani”. Lo ha ribadito stamane Papa Francesco, ricevendo in udienza i partecipanti alla Conferenza promossa dalla “Fondazione Romano Guardini” di Berlino.
“La grande bellezza è Dio”. La creazione è bella ma non commettiamo l’errore di chi “in queste cose belle non è stata capace di guardare al di là e cioè alla trascendenza” e sfocia così nella “idolatria dell’immanenza”. Lo ha detto il Papa, stamane, celebrando la Messa a Santa Marta.
Era quasi scontato che il presidente dell’Iran Hassan Rouhani facesse tappa da Papa Francesco durante la sua visita in Italia sabato 14 novembre. È il ritorno dell’Iran sulla grande scena internazionale, dopo le difficili trattative che hanno portato all’ormai famoso accordo sul nucleare iraniano. Un accordo che anche la Santa Sede ha lodato, perché ci vede in fondo un ponte con il mondo mediorientale. E, chissà, magari anche un ponte per risolvere situazioni difficili come quella in Siria.
Il ruolo dei laici a partire dal Concilio. Papa Francesco fa una retrospettiva sul modo in cui i laici sono stati sempre più considerati in questi ultimi cinquanta anni in un messaggio inviato al Pontificio Consiglio per i Laici, che sta celebrando il cinquantesimo anniversario del decreto “Apostolicam Actuositatem.”
Fidarsi, guardare, affrettarsi. Sono i tre pilastri del discorso che il Papa ha offerto ai partecipanti del pellegrinaggio della Famiglia Guanelliana, ricevuti stamane nell’Aula Paolo VI.
Il fenomeno migratorio è una opportunità “che richiede di essere compreso e affrontato con sensibilità e senso di giustizia. La Chiesa è chiamata a proclamare e testimoniare l’accoglienza del migrante in spirito di carità e di rispetto della dignità della persona umana, nel contesto di una necessaria osservanza della legalità”. Lo ha detto il Papa nel discorso consegnato ai Vescovi della Conferenza Episcopale Slovacca, ricevuti in visita ad limina.
Il Congresso Eucaristico è “un dono di Dio, non soltanto per i cristiani dell’India ma per tutta la popolazione di un Paese così ricco di diversità culturali e di spiritualità”. Lo ha detto il Papa in un videomessaggio inviato al Congresso Eucaristico Nazionale indiano in corso a Mumbai.
Innovarsi adattandosi a Cristo. Ne è convinto il Cardinale Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che in questa intervista ad Acistampa commenta le parole del Papa e gli obiettivi del Convegno Ecclesiale Nazionale.
“Ancora io custodisco nel mio cuore tante cose grandi e belle che ho imparato da voi”, così Papa Fracesco ha salutato il presidente di turno della Presidenza collegiale della Bosnia ed Erzegovina, Dragan Čović, con la delegazione del Comitato organizzativo dello Stato e della Chiesa per la visita pastorale a Sarajevo il 6 giugno scorso, presente anche il cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo.
Un discorso di prospettiva. E’ l’opinione - raccolta da Acistampa - dell’Arcivescovo eletto di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi sul discorso che ieri Papa Francesco ha tenuto al V Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze.
In famiglia “la condivisione del pasto – e dunque, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi – è un’esperienza fondamentale. La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia poco famiglia. Gesù insegnava volentieri a tavola, e rappresentava talvolta il Regno di Dio come un convito festoso. Gesù scelse la mensa anche per consegnare ai discepoli il suo testamento spirituale, condensato nel gesto memoriale del suo Sacrificio”. Lo ha detto il Papa aprendo l’Udienza Generale in piazza San Pietro.
“Parole che sono un commento del Vangelo, in cui si dice o Dio o mammona, non ci può essere un compromesso, bisogna scegliere il Signore”. Così il Segretario di stato vaticano Pietro Parolin ha commentato ieri sera incontrando i giornalisti a margine della XX Seduta pubblica delle Pontificie accademie, il discorso del Papa a Firenze.
Il discorso del Papa ieri al V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze ha lasciato il segno. Ne è convinto il Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola che - in esclusiva ad Acistampa - parla di pietra miliare per il futuro della Chiesa in Italia.
“A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa.” Inizia così la riflessione del Papa nella messa celebrata nello stadio comunale di Firenze per la diocesi e per i partecipanti al Convegno ecclesiale.
Una tesserina per registrare il Papa tra gli ospiti, qualche regalo etnico, un saluto a tutti i presenti poi il pranzo in una lunga tavolata.
Un lungo discorso articolato su tre linee principali come piace fare a Papa Francesco da “vecchio gesuita” come dice spesso. Umiltà, disinteresse e beatitudine per dare alla Chiesa cattolica in Italia una indicazione di lavoro per il prossimo decennio. C’è la Evangelii gaudiun in trasparenza nel testo che ripropone i pericoli dai quali il Papa mette sempre in allerta i vescovi: pelagianesmo e gnosticismo. Il rischio di sentirsi superiori o di un eccessivo razionalismo.
Arriva poco dopo le 8 Papa Francesco nella piazza infreddolita del Duomo di Prato scaldata dalll’entusiasmo delle gente, soprattutto cinese.
“Nihil Caritate dulcius”, niente è più dolce dell’ amore. Il motto episcopale scelto di Angelo De Donatis è anche un programma della sua vita pastorale. Nel pomeriggio di oggi nella Basilica del Laterano, la cattedrale di Roma il Papa vescovo di Roma, nel giorno della dedicazione della basilica Francesco ha ordinato il suo vescovo ausiliare. Con lui il cardinale vicario Agostino Vallini e il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero. Tra i concelebranti anche Matteo Zuppi, nuovo arcivescovo di Bologna e finora ausiliare per il settore Centro.