"Credersi migliore di altri, ma guarda tu il tuo peccato, questa è la linea di salvezza, il rapporto tra il tuo peccato e il Signore".
"Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito". Lo ha ribadito il Papa, stamane, nel videomessaggio inviato in occasione del 35° anniversario della fondazione del Centro Astalli.
“Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Queste pecore hanno studiato per seguire Gesù e poi hanno creduto? No. Il Padre mio che me le ha date è più grande. E’ proprio il Padre che dà le pecore al pastore. E’ il Padre che attira i cuori verso Gesù”. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata stamane nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta.
15 minuti di colloquio privato alla presenza di un interprete. Tanto è durato l'incontro tra Papa Francesco ed il Presidente della Repubblica Centrafricana, Faustin-Archange Touadéra, ricevuto in udienza privata nel Palazzo Apostolico Vaticano.
“Il segnale che il Papa vuole dare nella sua visita di Lesbo è fin troppo chiaro per l'intero pianeta: l'emergenza migranti si affronta con ecumenismo, solidarietà, dialogo e confronto. E' il segnale di quella Chiesa in uscita, di missione, che tutti i giorni si rimbocca le maniche e lavora per migliorare le condizioni di vita degli ultimi del mondo”. Lo ha detto in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale della Congregazione di San Carlo Borromeo/Scalabriniane.
Nel cuore del Papa la gente di Lesbo, greci e migranti, e martiri, ma anche l’ Ecuador e il Giappone colpiti da violenti terremoti e ovviamente i nuovi sacerdoti appena ordinati nella domenica del Buon Pastore.
Nella domenica del Buon Pastore, la IV di Pasqua e la 53ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il Papa ha celebrato la messa e ordinato undici sacerdoti per la Diocesi di Roma. Nella basilica vaticana con il Papa il cardinale vicario Agostino Vallini, il vicegerente della diocesi l’arcivescovo Filippo Iannone, i vescovi ausiliari di Roma con il vescovo eletto monsignor Gianrico Ruzza.
Mezz’ora per parlare del dramma umanitario dei profughi e la lettura del comunicato che spiega la presenza a bordo di 12 rifugiati.
Padre Lombardi ha detto che "Il Papa ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui 6 minori. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesvos prima dell’accordo fra Unione Europea e Turchia.
"We want freedom", noi vogliamo la libertà. Questi i cartelloni e il grido unanime del Moria refugee camp, che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo che sbarcano nell'isola greca di Lesbo in cerca di una nuova vita, lontana dalla guerra e dalle sofferenze più crudeli.
“L’Europa oggi si trova di fronte a una delle più serie crisi umanitarie dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il saluto di Papa Francesco atterrato a Lesbo per rimanere cinque ore sull’isola che accoglie i migranti e i profughi che fuggono dalla guerra, è semplice. Al suo arrivo Francesco è stato accolto dal Primo ministro Tsipras e dai due leader ortodossi Bartolomeo e Geronimo di Atene.
Un breve saluto del Papa nel volo tra Roma e Lesbo, con un augurio a Papa Benedetto che oggi compie 89 anni.
Il Papa è arrivato a Lesbo e sono appena le dieci in quella parte di Europa. In volo ha mandato il suo saluto al governo Italiano e Greco e il presidente Mattarella ha risposto: «Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui ella si accinge a partire per l'isola di Lesbo.
“ Fratello Papa che gioia incontrarla!” Evo Morales Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, ha salutato così Papa Francesco al suo arrivo in Vaticano questa mattina.
Zelo e cuore aperto per sconfiggere durezze e rigidità. Papa Francesco commenta le letture di oggi e in particolare le parole di San Paolo e la sua “storia di un uomo che lascia che Dio gli cambi il cuore”. Una conversione, come riferisce la Radio Vaticana, di “un uomo come voleva Dio, perché Dio ha creato tutti noi per stare in piedi, con la testa alta”.
Come sempre in preparazione della visita a Lesbo il Papa questa sera fra le 19 e le 19.30, come riferisce Padre Lombardi, si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per sostare in preghiera dinanzi all’Icona della Madonna, Salus populi Romani, domandando la protezione della Madre del Signore sulla sua prossima visita, sabato, a Lesbo in Grecia. Il Papa ha offerto alla Madonna un mazzo di rose bianche e azzurre, secondo i colori della Grecia.
Papa Francesco ha ricevuto in udienza in Vaticano la Comunità del Pontificio Collegio Scozzese in Roma in occasione dei 400 anni della trasformazione del Collegio in seminario per la formazione sacerdotale.
Un giorno a Lesbo, un incontro con la popolazione, l’abbraccio con i rifugiati ma anche un faccia a faccia con il Primo ministro greco per ricordare che l’Europa non deve essere costruita sui muri.
“Nei giorni passati, la Chiesa ci ha proposto il dramma della resistenza allo Spirito: i cuori chiusi, duri, stolti, che resistono allo Spirito. Vedevamo le cose ma sono rimasti chiusi a questi segni dello Spirito e hanno fatto resistenza allo Spirito. E cercavano di giustificare questa resistenza con una cosiddetta fedeltà alla legge, cioè alla lettera della legge”. Così Papa Francesco questa mattina nell'omelia pronunciata nel corso della messa quotidiana a Santa Marta.