“Mi congratulo con voi, e mi permetto di evidenziare la necessità del vostro contributo in tre ambiti che sono di vostra competenza: quello della ricerca, quello dell’insegnamento e quello della promozione sociale”. Sono parole di ringraziamento quelle di Papa Francesco ai Membri della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (FIUC), ricevuti oggi presso il Palazzo Apostolico, a conclusione del Convegno Internazionale dal titolo Rifugiati e Migranti in un mondo globalizzato: responsabilità e risposte delle università, in corso a Roma, dal 1° al 4 novembre, presso la Pontificia Università Gregoriana.
Davanti alla realtà della morte proviamo “il dispiacere per il distacco dalle persone che ci sono state vicine e ci hanno fatto del bene” ma anche “la speranza per loro e per noi stessi”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia in occasione della Messa celebrata stamane in San Pietro in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno.
Un momento di preghiera nel Sacrario delle Fosse Ardeatine, a coronamento di una giornata dedicata ai morti di tutte le guerre: dopo la Messa celebrata nel cimitero americano di Nettuno, e prima di recarsi nelle Grotte Vaticane per pregare sulle tombe dei predecessori, Papa Francesco arriva al Sacrario delle Fosse Ardeatine.
Una breve omelia a braccio, tenuta al cimitero americano di Nettuno, con cui il Papa rinnova il suo “no” alla guerra, sottolineando che in questo momento “il mondo si prepara ad un’altra guerra”, e che la guerra “porta solo la morte”.
Una doppia visita per pregare in suffragio dei caduti di tutte le guerre. E’ questo il senso del “pellegrinaggio” che il Papa compie oggi pomeriggio prima al cimitero militare di Nettuno e poi alle Fosse Ardeatine in occasione della Commemorazione di tutti i Defunti.
E’ “profondamente addolorato” Papa Francesco per il terrorismo che dilaga nel mondo, dalla Somalia all’ Afghanistan a New York.
Per la cerimonia che ha cominciato ufficialmente la sua missione a Roma, è arrivato l’arcivescovo Justin Welby in persona. L’arcivescovo Bernard Ntahoturi, direttore dell’Anglican Center di Roma, ha cominciato lo scorso 27 ottobre, con una Messa al Caravita, la sua missione in quello che alcuni chiamano “la spia della Comunione Anglicana a Roma”.
“E’ la speranza quella che ci porta alla pienezza, la speranza di uscire da questo carcere, da questa limitazione, da questa schiavitù, da questa corruzione e arrivare alla gloria: un cammino di speranza. E la speranza è un dono dello Spirito. E’ proprio lo Spirito Santo che è dentro di noi e porta a questo: a una cosa grandiosa, a una liberazione, a una grande gloria. E per questo Gesù dice: dentro il seme di senape, di quel grano piccolino, c’è una forza che scatena una crescita inimmaginabile”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia in occasione della messa quotidiana a Santa Marta.
Come comprendere il pontificato di Papa Francesco? C’è un libro, del giornalista argentino Hernan Reyes Alcalde, che esce oggi e che dà una chiave di lettura suggestiva. Il libro si chiama semplicemente “Latinoamerica” (edizioni Planeta), ed è il frutto di quattro conversazioni con Papa Francesco, con in più una prefazione dello stesso Papa.
La risposta di Gesù alla domanda insidiosa dei farisei non è scontata, ma “vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore”.
“Qual è la nostra responsabilità in un tempo in cui il volto dell’Europa è sempre più connotato da una pluralità di culture e di religioni, mentre per molti il cristianesimo è percepito come un elemento del passato, lontano ed estraneo?”.
“Le conseguenze negative delle ostilità sulla popolazione civile, troppo spesso giungono, da diversi teatri di guerra, testimonianze di crimini atroci, di veri e propri oltraggi alle persone e alla loro dignità, commessi in spregio di ogni considerazione elementare di umanità”. Sono le parole di Papa Francesco ai partecipanti della Terza Conferenza sul diritto internazionale umanitario. Il Papa li ha ricevuti oggi, presso il Palazzo Apostolico, e racconta loro le sue preoccupazioni riguardo alla protezione delle popolazioni civili nei conflitti.
“ Il vostro “stare dentro” il mondo non è solo una condizione sociologica ma una realtà teologica, che vi permette di essere attenti, di vedere, di ascoltare, di com-patire, di con-gioire, di intuire le necessità”.
Un dialogo con gli studenti di tutto il mondo. E’ ciò che sta più a cuore a Papa Francesco quando si parla del progetto delle Scholas Occurrentes. Il Pontefice, ieri pomeriggio, ha di nuovo fatto visita alla sede in Vaticano nel quartiere di Trastevere, incontrando molti studenti, intellettuali, imprenditori, giornalisti e volontari che si sono impegnati in favore dei giovani e dell’inclusione sociale. Inoltre, Francesco, ha colto l’occasione della visita per inaugurare le nuovi sedi dell’America Latina.
L’appuntamento è per il 16 novembre quando nell’ aula magna della Libera università Maria Santissima Assunta, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin presenterà la nuova edizione del libro Memoria, Coraje Y Esperanza. A la luz del Bicentenario de la Independencia de América Latina (Granada, Editorial Nuevo Inicio, 2017, pagine 127) scritto da Guzmán Carriquiry Lecour, segretario incaricato della vice-presidenza della Commissione pontificia per l’America latina. Il volume si apre con la presentazione di Papa Francesco, che s aggiunge a quella che l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio scrisse nel 2011 per la prima edizione del libro.
Anche Gesù si è identificato come lavoratore: “ma c'è di più. Il Signore chiama mentre si lavora, come è avvenuto per i pescatori che Egli invita per farli diventare pescatori di uomini. Anche i talenti ricevuti, possiamo leggerli come doni e competenze da spendere nel mondo del lavoro per costruire comunità, comunità solidali e per aiutare chi non ce la fa”. Lo ha detto il Papa, nel videomessaggio in occasione dell’apertura della quarantottesima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, convocata a Cagliari.
Papa Francesco è in collegamento con la Stazione Spaziale Internazionale per salutare l’equipaggio che sta affrontando la missione 'VITA' dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). L’incontro speciale, a 400 chilometri dalla Terra, accade dall'Auletta dell'Aula Paolo VI, in Vaticano. Francesco è il secondo Pontefice a farlo, dopo Benedetto XVI nel 2011. L’intento è benedire il viaggio del valoroso equipaggio.Papa Francesco è in collegamento con la Stazione Spaziale Internazionale per salutare l’equipaggio che sta affrontando la missione 'VITA' dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). L’incontro speciale, a 400 chilometri dalla Terra, accade dall'Auletta dell'Aula Paolo VI, in Vaticano. Francesco è il secondo Pontefice a farlo, dopo Benedetto XVI nel 2011. L’intento è benedire il viaggio del valoroso equipaggio.
Per sua natura la missione dell’università è abbracciare l’universo del sapere mi un significato umano e divino per garantire quello sguardo di universalità senza il quale la ragione, rinchiusa in un modello parziale, rinuncia alla sua aspirazione più alta: la ricerca della verità.
Nell’Instrumentum Laboris della 48^ Settimana, Sociale in programma a Cagliari dal 26 al 29 ottobre, mons. Filippo Santoro, presidente del Comitato Scientifico delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, ha scritto:
Il Papa ha accettato stamane la rinuncia presentata - per raggiunti limiti di età - dall’Arcivescovo di Tokyo, Monsignor Peter Takeo Okada.