La fine delle discussioni generali del Sinodo è caratterizzata da una intervista improvvisata a Papa Francesco di uno dei padri sinodali, il vescovo Emmanuel Gobilliard, ausiliare di Lione.
"Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue".
Un vero inno alla ricchezza della diversità dei riti nella Chiesa cattolica. Papa Francesco lo ha fatto ricevendo i pellegrini della comunità Greco-Cattolica in Slovacchia, una “espressione della bellezza della varietà delle forme della vita ecclesiale, di quella varietà che «non solo non nuoce all’unità della Chiesa, ma anzi la manifesta»”.
Il 3 ottobre, giorno in cui avrebbe compiuto, se fosse stato ancora in vita, sessantasei anni, si è conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione del giudice Rosario Angelo Livatino nella diocesi di Agrigento.
È ancora Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero vaticano per la comunicazione, ad aprire il briefing odierno sui lavori sinodali presso la Sala Stampa Vaticana. “Il Sinodo si rivolge ai giovani di tutto il mondo – precisa Ruffini - parlare il loro linguaggio è inserirsi anche nei loro contesti;come quello di guerra, di poco lavoro, ognuno con le proprie esperienze, anche terribili come di droga, narcotrafficantin ecc. La Chiesa si rivolge anche a loro, come una Madre, essi anche sono la Chiesa e devono sapere che la Chiesa è anche la loro casa. Non sono oggetti, sono i protagonisti”. Durante la riunione sinodale è stata anche avanzata la proposta di un Pontificio Consiglio per i giovani.
Spesso - anche per abitudine - noi “riduciamo il Vangelo a un fatto sociale, sociologico, e non a un rapporto personale con Gesù. Gesù parla a me, parla a te, parla a ognuno di noi. La predica di Gesù è per ognuno di noi. Come mai quei pagani che, appena sentono la predica di Gesù, vanno con lui, e io che sono nato, sono nata, qui, in una società cristiana, mi abituo, e il cristianesimo è come fosse un’abitudine sociale, una veste che ho indosso e poi la lascio? E Gesù piange, su ognuno di noi quando noi viviamo il cristianesimo formalmente, non realmente”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
Proseguono in Vaticano i lavori della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Ieri pomeriggio Papa Francesco ha dato il via alla sessione con il suo discorso introduttivo.
Sono oltre 1400 le vittime, accertate fino a questo momento, del violento terremoto che si è abbattuto in Indonesia in questi giorni. Papa Francesco, tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha inviato, in questa prima fase di emergenza, un contributo di 100.000 dollari per il soccorso alle popolazioni.
Quella che si è aperta solennemente ieri è la Seconda Assemblea Generale Ordinaria presieduta da Papa Francesco. L’esordio in un Sinodo per il successore di Benedetto XVI è tuttavia nel 2014, nella Terza Assemblea Generale straordinaria dedicata al tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
Con la Messa solenne celebrata stamane in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha aperto la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, l’attesa sessione dedicata ai giovani.
E’ ufficialmente iniziato il terzo Sinodo convocato da Papa Francesco. Il Pontefice ha raggiunto i 267 Padri Sinodali nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano e ha preso parte alla prima preghiera e alla sessione iniziale dei lavori.
“L’amore per il Vangelo e per il popolo che ci è stato affidato ci chiede di allargare lo sguardo e non perdere di vista la missione alla quale ci chiama per puntare a un bene più grande che gioverà a tutti noi”.
“C’è il pericolo di non camminare. E quanta gente si stabilisce e non cammina, e tutta la vita è ferma, senza muoversi, senza fare niente… È un pericolo. Tanta gente non sa come camminare o ha paura di rischiare, e si ferma. Ma noi sappiamo che la regola è che chi nella vita è fermo, finisce per corrompersi. Come l’acqua: quando l’acqua è ferma lì, vengono le zanzare, mettono le uova, e tutto si corrompe. L’Angelo ci aiuta, ci spinge a camminare”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata stamane a Santa Marta nella Messa dedicata alla memoria liturgica degli Angeli Custodi.
“Stiamo vivendo quasi universalmente una forte tendenza alla legalizzazione dell’eutanasia: sappiamo che quando viene fatto un accompagnamento umano sereno e partecipativo, il paziente cronico grave o il paziente malato terminale percepisce questa sollecitudine. Anche in queste dure circostanze, se la persona si sente amata, rispettata, accettata, l'ombra negativa dell'eutanasia scompare o diventa quasi inesistente, perché il valore del suo essere si misura dalla sua capacità di dare e ricevere amore, non dalla sua produttività”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza di stamane ai partecipanti al IV Seminario sull'Etica nella gestione della Salute.
“Viviamo in un contesto in cui la barca della Chiesa è investita da venti contrari e violenti, a causa specialmente delle gravi colpe commesse da alcuni dei suoi membri. Tanto più è importante non dimenticare l’umile fedeltà quotidiana al ministero che il Signore permette di vivere alla grande maggioranza di coloro che ha donato alla sua Chiesa come sacerdoti! Noi sappiamo che, rispondendo alla chiamata del Signore, non siamo stati consacrati mediante il dono dello Spirito per essere dei supereroi. Siamo stati inviati con la consapevolezza di essere uomini perdonati, per diventare pastori alla maniera di Gesù, ferito, morto e risorto. Perché la nostra missione in quanto ministri della Chiesa è, oggi come ieri, di testimoniare la forza della Risurrezione nelle ferite di questo mondo”. Lo ha detto stamane il Papa, nel corso dell’udienza concessa ai sacerdoti della Diocesi di Créteil.
“La santità e l’esercizio delle virtù non sono riservate a pochi, e nemmeno a qualche momento particolare dell’esistenza. Tutti possono viverle nella quotidiana fedeltà alla vocazione cristiana; i consacrati, in particolare, nella fedele adesione alla professione religiosa”. Lo ha detto Papa Francesco ai Rosminiani riuniti per il Capitolo Generale dell’Istituto della Carità. Il Pontefice li ricevuti stamattina in Vaticano.
Commentando l’episodio evangelico di oggi, Papa Francesco nel corso dell’Angelus coglie l’occasione per sottolineare la differenza di atteggiamento di fronte alla novità che hanno da un lato Gesù e dall’altro i suoi discepoli.
“Siamo membra gli uni degli altri. Dalle community alle comunità”. E’ questo il tema che il Papa ha scelto per la 53a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra nel 2019.
“Costituite una grande famiglia: una famiglia aperta a tutti coloro che vogliano impegnarsi per il bene comune a partire dai vostri principi; una famiglia che vorrebbe coinvolgere e accogliere ogni cittadino, per diffondere una cultura della legalità, del rispetto e della sicurezza. Senza questi fondamenti, nessun contesto sociale può conseguire il bene comune, ma diventerà presto o tardi un groviglio di interessi personali, slegati l’uno dall’altro, anzi contrapposti”. Lo ha detto il Papa, stamane, rivolgendosi all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato ricevuta in udienza.
Papa Francesco ha deciso di invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno, durante l’intero mese mariano di ottobre; e “a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi”.