E’ stato un anno intenso – il 2018 - per molte diocesi italiane che hanno avuto la gioia di ricevere la visita di Papa Francesco. Il Papa lo ha fatto scegliendo soprattutto figure esemplari e significative della storia della Chiesa italiana: Padre Pio, don Tonino Bello, don Zeno Saltini, Chiara Lubich, don Pino Puglisi.
L’ultimo invito è arrivato dall’Iraq, con la suggestione di un passaggio ad Ur, la città di Abramo a lungo sognata da Giovanni Paolo II. Papa Francesco aggiungerà anche questa tappa alla sua già fitta agenda di viaggi internazionali del 2019?
Ad inizio 2019 il Collegio Cardinalizio è composto da 224 porporati: 124 hanno meno di ottanta anni e quindi hanno diritto di voto in un futuro conclave. Ma nel corso dell'anno 10 cardinali spegneranno le ottanta candeline e per questo - come previsto dal Motu proprio di Paolo VI Ingravescentem Aetatem - perderanno il loro "seggio" in una futura elezione papale.
Un appello all’ unità, alla necessaria conversione e alla presa di coscienza per agire non solo con programmi ma secondo dei paradigmi. E’ la richiesta di Papa Francesco ai vescovi degli Stati Uniti che sono riuniti in questi giorni in ritiro proprio per volere del Papa.
Nel corso del 2019 saranno 7 i vescovi italiani che compiranno i 75 anni di età e che - a norma del Codice di Diritto Canonico - dovranno presentare al Papa la rinuncia al governo pastorale delle rispettive diocesi. Spetterà a Francesco accettare o respingere la rinuncia, anche se sono molti e sempre più frequenti i casi in cui il Papa concede una proroga fino ai 77 anni, se non addirittura oltre.
Dopo la piccola pausa natalizia, riprendono le catechesi di Papa Francesco in Aula Paolo VI. Il Pontefice, nell’Udienza Generale odierna, riparte dall’ultimo argomento trattato: il Padre Nostro.
Con lo sguardo fisso a Maria che “benedice il cammino di ogni uomo e ogni donna in questo anno che inizia, e che sarà buono proprio nella misura in cui ciascuno avrà accolto la bontà di Dio che Gesù è venuto a portare nel mondo”, Papa Francesco ha guidato la preghiera mariana di mezzogiorno.
“Oggi è anche il giorno in cui stupirsi davanti alla Madre di Dio”. Così inizia la riflessione di Papa Francesco nella prima messa del 2019 dedicata alla pace ma soprattutto alla Madre di Dio. Un vero inno alla maternità di Maria per noi, un amore di madre per ogni figlio.
Alla fine di un anno “dobbiamo fermarci, fermarci a riflettere con dolore e pentimento perché, anche durante quest’anno che volge al termine, tanti uomini e donne hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane”.
Il 2018 per Papa Francesco è stato senza dubbio un anno intenso. Tantissime le udienze, i discorsi, le omelie, gli incontri, le emozioni, i viaggi. Non è semplice selezionare le frasi e le parole più incisive del Pontefice di quest’anno. Ma, alcune, sono senza dubbio importanti da ricordare e da riportare nero su bianco, mese dopo mese.
Stupore e angoscia sono le caratteristiche del brano del Vangelo di oggi, che vede Maria e Giuseppe angosciati perché non trovano Gesù per tre giorni, e lo ritrovano poi nel tempio. E questa angoscia – afferma il Papa – dovrebbe essere nostra quando ci allontaniamo da Gesù per più di tre giorni, ricordando che, come Maria e Giuseppe lo trovarono nel tempio, anche noi possiamo trovare Gesù in Chiesa, nell’Eucarestia.
Papa Francesco ha deciso l’invio di aiuti umanitari alle popolazioni indonesiane colpite dallo tsunami dei giorni scorsi. Lo ha annunciato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Attraverso un telegramma firmato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e inviato al presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, Papa Francesco ha espresso il proprio cordoglio per l’attentato terroristico avvenuto ieri nei pressi delle piramidi di Giza.
“La buona politica è al servizio della Pace”. Papa Francesco ha scelto questo tema per la Giornata Mondiale della Pace che si celebra il 1 gennaio.
Ai giovani radunati per il 41esimo incontro Europeo della Comunità di Taizé, Papa Francesco chiede di “crescere nella fiducia in Dio che ti accoglie e ti ama come sei, e che ti chiama ad accogliere la differenza come via di comunione”.
"Desidero esprimerLe la più viva gratitudine per l'amore e la sollecitudine" dimostrata in questi anni come Direttore Responsabile de "L'Osservatore Romano". Lo scrive il Papa al Professor Giovanni Maria Vian in una lettera a conclusione dell'incarico di Vian come capo del quotidiano vaticano.
Nel clima di gioia del Natale “potrebbe sembrare strano accostare la memoria di Santo Stefano alla nascita di Gesù, perché emerge il contrasto tra la gioia di Betlemme e il dramma di Stefano, lapidato a Gerusalemme nella prima persecuzione contro la Chiesa nascente. In realtà non è così, perché il Bambino Gesù è il Figlio di Dio fattosi uomo, che salverà l’umanità morendo in croce”. Lo ha detto il Papa nel consueto Angelus del 26 dicembre, festa di Santo Stefano protomartire.
Dalla Siria all’Ucraina, dallo Yemen alla penisola coreana, dai cristiani perseguitati ai bambini e agli indifesi, il tradizionale messaggio urbi et orbi di Natale di Papa Francesco è, come tradizione, una panoramica delle zone del mondo considerate più in difficoltà. L’appello del Papa non è semplicemente per la pace. Il suo augurio di buon Natale è “un augurio di fraternità”, perché “quel Bambino nato dalla Vergine Maria” ci dice “che Dio è padre buono e che noi siamo tutti fratelli”, ed è “questa verità che sta alla base della visione cristiana dell’umanità”.
Betlemme “significa casa del pane. In questa casa il Signore dà oggi appuntamento all’umanità. Egli sa che abbiamo bisogno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nutrimenti del mondo non saziano il cuore. L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa della Notte di Natale, celebrata solennemente nella Basilica Vaticana insieme a decine tra cardinali e vescovi concelebranti.
“Vorrei salutare i ragazzi e le ragazze dell’Esercito che vivono il Natale lontano da casa, in servizio in Italia che fuori dall’Italia. Vorrei dirvi prima di tutto grazie per il vostro servizio”. Così Papa Francesco in un video messaggio di auguri natalizi rivolto ai soldati italiani e pubblicato nel pomeriggio sulla pagina Facebook dell’Esercito Italiano.