Un precetto antico come il digiuno come primo passo per la cura della casa comune, l’astensione come disciplina per evitare di rovinare l’ambiente: il Messaggio di Quaresima 2019 di Papa Francesco, si concentra sulla cura dell’ambiente, ma rilancia in realtà i precetti tipici precetti quaresimali: digiuno, preghiera, elemosina. Da qui parte la rigenerazione dell’uomo.
"La celebrazione del Triduo Pasquale ci chiama ogni volta a vivere un itinerario di preparazione, consapevoli che il nostro diventare conformi a Cristo è un dono inestimabile della misericordia di Dio. Se l’uomo vive da figlio di Dio, se vive da persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo e sa riconoscere e mettere in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione". Lo scrive Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2019 pubblicato stamane.
Niente è ancora ufficiale, e ogni annuncio è prematuro. Ma in Giappone, i grandi preparativi per la visita di Papa Francesco sono già cominciati. Tutto, ovviamente, a livello informale. I vescovi della Conferenza Episcopale ne hanno parlato informalmente la scorsa settimana, durante la loro assemblea generale, e hanno cominciato a pensare a un primo programma.
Udienza privata del Papa al Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, lo Sceicco Abdallah Ben Zayed Al Nahyan.
Papa Francesco riprende le visite alle parrocchie di Roma. Domenica 3 marzo il Papa conoscerà la parrocchia di San Crispino da Viterbo. Arriverà attorno alle 16. Ad accoglierlo, il cardinale vicario Angelo De Donatis.
“Proprio quando l’umanità possiede le capacità scientifiche e tecniche per ottenere un benessere equamente diffuso, secondo la consegna di Dio, osserviamo invece un inasprimento dei conflitti e una crescita delle disuguaglianze. Il mito illuminista del progresso declina e l’accumularsi delle potenzialità che la scienza e la tecnica ci hanno fornito non sempre ottiene i risultati sperati”. Lo ha detto il Papa ricevendo in udienza la plenaria della Pontificia Accademia per la Vita che quest’anno celebra i 25 anni di attività.
“I giovani ci insegnano a non restare prigionieri dalle differenze, ma ad accendere il desiderio di camminare insieme, sognando il superamento delle difficoltà che impediscono la piena comunione”.
Non manca il riferimento alla piaga degli abusi, in una dichiarazione dopo la preghiera dell’Angelus. Ma, affacciandosi dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, Papa Francesco si concentra prima di tutto sul Vangelo del giorno, e su quell’amore per i nemici in cui si condensa l’insegnamento di Gesù ai discepoli, un comando che inizia una nuova cultura, quella della misericordia, che si concretizza in una rivoluzione dell’amore”.
Papa Francesco tira le somme dei tre giorni di incontro sulla protezione dei minori nella Chiesa con una lunga panoramica del fenomeno, mettendo la Chiesa in prima linea. Con una consapevolezza: “Siamo di fronte al mistero del male”; una richiesta: “umiliazione, preghiera, penitenza” per sconfiggere questo spirito del male; e un grazie alla “stragrande maggioranza dei sacerdoti che si spendono in un ministero reso difficile dagli scandali dei pochi (ma sempre troppi)”.
“Ci sono stati momenti in cui abbiamo considerato le vittime e i sopravvissuti come nemici, ma non li abbiamo amati, non li abbiamo benedetti. In questo senso, siamo stati i nostri peggiori nemici”. L’omelia dell’arcivescovo Mark Coleridge di Brisbane è una presa in carico di responsabilità, e una dichiarazione di intenti per il futuro, certi che il potere distrugge quando è separato dal servizio.
“Per una madre non ci sono figli di prima o seconda classe: ci sono figli più forti e figli più vulnerabili. Neanche per la Chiesa ci sono figli di prima o seconda classe. I suoi figli apparentemente più importanti, come siete voi, vescovi e cardinali, non lo sono di più di qualsiasi altro bambino, bambina o giovane che abbia vissuto la tragedia di essere vittima di abuso da parte di un sacerdote”. Così la giornalista Valentina Alazraki, che ha tenuto l’ultima relazione al summit per la protezione dei minori voluto da Papa Francesco.
Volge al termine il summit indetto da Papa Francesco per la protezione dei minori e anche oggi, giorno in cui terminano le relazioni e le discussioni, alcuni dei partecipanti hanno fatto il punto della situazione con i giornalisti accreditati.
“Al presente viviamo uno stato di crisi e di vergogna. Abbiamo gravemente offuscato la grazia della missione di Cristo. Dobbiamo riconoscere che sono la nostra mediocrità, ipocrisia e compiacenza ad averci condotto in questo luogo vergognoso e scandaloso in cui ci ritroviamo come Chiesa”. Lo ha detto la nigeriana Suor Veronica Openibo - superiora generale della Società del Santo Bambino Gesù - nella prima relazione del terzo giorno di lavori del summit per la Protezione dei minori, alla presenza di Papa Francesco.
Il pomeriggio di oggi al Meeting sulla protezione dei minori si è concluso con una riflessione del Papa sull' intervento di Linda Ghisoni, Sotto-Segretario per la Sezione per i fedeli laici del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e dopo una sua risposta ad una delle domande pervenute dall’Assemblea.
Ad aprire la sessione pomeridiana dei lavori odierni è stata Linda Ghisoni, Sottosegretario per la Sezione per i fedeli laici del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
La seconda relazione della seconda giornata di lavori dell’Incontro per la Protezione dei minori è affidata al Cardinale Blase Cupich, Arcivescovo di Chicago e membro del comitato organizzativo.
Il punto è chiaro. Nessun vescovo può dire a se stesso: “Questo problema di abuso nella Chiesa non mi riguarda, perché le cose sono diverse nella mia parte del mondo”.
Un incendio divampato a Dacca, in Bangladesh, ha provocato la morte di almeno 80 persone. Papa Francesco esprime il proprio dolore in un telegramma di cordoglio a firma del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.
“Le vittime hanno bisogno che si creda loro, che le si rispettino, che ci si prenda cura di loro e si guariscano. Bisogna far guarire le vittime, esser loro vicini, bisogna credere loro e accompagnarle”.
L’arcivescovo Scicluna ha ripercorso nella sua relazione, la seconda della prima giornata del Meeting vaticano sul tema degli abusi dei minori,