Un consigliere per la Penitenzieria Apostolica, un nuovo esarca per i fedeli siro-cattolici di Gerusalemme, Palestina e Giordania. Continua l’attività della Chiesa, nonostante il coronavirus, e vanno avanti gli annunci di nomine, che completano delle caselle rimaste vacanti.
Papa Francesco guarda già oltre la pandemia, perché già alcune conseguenze si vedono, e una di queste “è la fame”. “Si comincia a vedere – dice Papa Francesco – gente che ha fame perché non può lavorare, perché non ha un lavoro fisso, e per tante circostanze. Cominciamo già a vedere il dopo, che verrà più tardi, ma comincia adesso”. Per questo, la Messa del mattino a Santa Marta è dedicata “alle famiglie che cominciano a sentire il bisogno a causa della pandemia”.
Da settimane sembra che sia scesa la sera. E come i discepoli nella tempesta sul lago si sentono perduti così noi oggi.
Papa Francesco celebrerà i Riti della Settimana Santa all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro senza la partecipazione dei fedeli. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede.
“Pensiamo alla paura degli anziani soli in casa o nelle case di riposo che non sanno cosa accadrà, la paura dei lavoratori senza lavoro fisso che pensano a come dar da mangiare ai figli e vedono venire la fame, la paura di tanti servitori sociali che aiutano ad andare avanti la società e possono prendere la malattia, le paure di ognuno di noi: ognuno conosce la propria. Preghiamo perché il Signore ci aiuti ad aver fiducia e a vincere la paure”. Così Papa Francesco stamane aprendo la Messa celebrata a Santa Marta.
“Cara Madre Agnese, la pandemia che ci confina in casa è la vostra ora, l’ora della vita contemplativa che riconduce l’umanità e la Chiesa a Dio, all’essenziale della fede, alla preghiera e alla comunione nello Spirito.
Come annunciato nell’Angelus di domenica scorsa, Papa Francesco ha recitato stamane a mezzogiorno la preghiera del Padre Nostro in comunione con tutti i cristiani che hanno voluto accogliere il suo invito nel giorno in cui la Chiesa ricorda l’Annunciazione del Signore.
"Tra poco, a mezzogiorno, noi Pastori delle varie Comunità cristiane, insieme ai fedeli delle diverse confessioni, ci riuniremo spiritualmente per invocare Dio con la preghiera del Padre Nostro. Uniamo le nostre voci di supplica al Signore in questi giorni di sofferenza, mentre il mondo è duramente provato dalla pandemia".
Gratitudine, coraggio, fatica e lode: sono queste, per Papa Francesco, le parole delle vocazioni. Le definisce nel consueto messaggio che invia in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. La giornata si tiene ogni anno nella IV domenica di Pasqua, che quest’anno cade il 3 maggio.
In questi giorni sono mancati medici, sacerdoti e infermieri. Si sono contagiati perchè erano al servizio degli ammalati. Preghiamo per le loro famiglie. Ringrazio Dio per l'esempio di eroicità che ci danno nel curare gli ammalati. Così il Papa, stamane, aprendo la Messa celebrata a Santa Marta.
Non ci sarà a maggio la vista del Papa a Malta. Lo ha confermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede con uno scarno comunicato: “A causa della situazione mondiale in corso e in accordo con le Autorità e la Chiesa locale,
Inizia una nuova settimana in questo tempo di emergenza, e Papa Francesco prosegue a celebrare la messa a Santa Marta con la intenzione di preghiera per chiedere a Dio misericordia per il momento presente.
Prima di concludere la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha fatto riferimento al violento sisma che all’alba di oggi ha colpito la Croazia, provocando seri danni.
Commentando l’episodio evangelico della guarigione del cieco nato Papa Francesco – recitando l’Angelus dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico - sottolinea come Gesù operi “l’illuminazione a due livelli: uno fisico e uno spirituale: il cieco dapprima riceve la vista degli occhi e poi è condotto alla fede in Gesù. E’ tutto un percorso… Sarebbe bello che tutti oggi leggessero questo passo del Vangelo di Giovanni. I prodigi che Egli compie non sono gesti spettacolari, ma hanno lo scopo di condurre alla fede attraverso un cammino di trasformazione interiore”.
In questi giorni preghiamo per i defunti, gli uomini e le donne che muoiono soli senza consolazione, preghiamo per loro anche per le famiglie che non possono accompagnarli nel trapasso.
L’Elemosiniere del Santo Padre desidera ringraziare sentitamente tutti i volontari e le persone di buona volontà che continuano a prendersi cura dei più poveri e bisognosi, soprattutto i senza fissa dimora che vivono per strada, e non li abbandonano proprio in questo momento che per loro è ancora più difficile.
“Oggi vorrei ricordare le famiglie che non possono uscire da casa, forse l'unico orizzonte che hanno il balcone: perché sappiano trovare il modo di comunicarsi bene e di costruire rapporti di amore nella famiglia e sappiano vincere lei angosce di questo tempo insieme in famiglia. Chiediamo per la pace delle famiglie oggi in questa crisi, e per la creatività”. E’ l’intenzione offerta dal Papa, stamane, nella Messa celebrata a Santa Marta.
Come vivere la Pasqua? Papa Francesco lo dice ancora in una intervista ad un giornale, La Stampa di Torino: “Con penitenza, compassione e speranza. E umiltà, perché tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le “zone oscure”, i momenti bui”.
“Ieri ho ricevuto il messaggio di un sacerdote del bergamasco che chiede di pregare per i medici di Bergamo Brescia Cremona che stanno al limite del lavoro, stanno dando la propria vita per salvare la vita degli altri.
“Facciamoci prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono. Per necessità i nostri spazi possono essersi ristretti alle pareti di casa, ma abbiate un cuore più grande, dove l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza”.