"Non basta sognare il successo, occorre svegliarsi e lavorare sodo. È per questo che lo sport è pieno di gente che, col sudore della fronte, ha battuto chi era nato con il talento in tasca. I poveri hanno sete di riscatto: offri loro un libro, un paio di scarpette, una palla e si mostrano capaci di gesta impensabili. La fame, quella vera, è la motivazione più formidabile per il cuore: è mostrare al mondo di valere, è cogliere l’unica occasione che ti danno e giocartela".
La pandemia ha in qualche modo rallentato l’attività, ed è stato un anno forse meno produttivo di altri anni. Ma la diplomazia pontificia è stata attiva e viva, è intervenuta nel multilaterale, ha viaggiato quando è stato possibile, ha continuato a portare avanti il suo impegno nei grandi temi.
E' finalmente libero Monsignor Moses Chikwe, ausiliare di Owerri, sequestrato il 27 dicembre col suo autista. Proprio ieri, durante l'Angelus del primo dell'anno, il Papa aveva chiesto di pregare per lui e per la sua liberazione.
La Madonna tiene il figlio tra le braccia come fa con noi e “lo sguardo rassicurante e consolante della Vergine Santa è un incoraggiamento a far sì che questo tempo, donatoci dal Signore, sia speso per la nostra crescita umana e spirituale, sia tempo per appianare gli odi e le divisioni, sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato”.
Benedire, nascere e trovare. Sono le tre parole sulla quali si base la riflessione che Papa Francesco ha preparato per oggi, Solennità della Madre del Signore. Ma una sciatalgia lo ha bloccato e la prima messa dell’ anno l’ha celebrata il Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin che pure recentemente ha subito un intervento alla prostata.
“Potrebbe sembrare forzato, quasi stridente ringraziare Dio al termine di un anno come questo, segnato dalla pandemia. Pensiamo alle famiglie che hanno perso uno o più membri, a coloro che sono stati malati, a quanti hanno patito la solitudine, a chi ha perso il lavoro…”
Il 2020 è stato senza dubbio un anno difficile. Una sola parola lo ha caratterizzato, coronavirus. La pandemia ha influito sull'agenda di Papa Francesco e su tutto il suo pontificato. Ma nonostante questo non sono mancati momenti importanti, addirittura storici.
Quest'anno niente messa per Papa Francesco e nemmeno la guida della recita del Te Deum di fine anno.
La cattedrale danneggiata, diverse chiese distrutte, uno scenario da apocalisse nella cittadina di Petrinja e, soprattutto, sette vittime finora riconosciute (ma il bilancio è destinato a salire): il terremoto che ha colpito la Croazia ieri, con epicentro a una cinquantina chilometri a sud di Zagabria, ha avuto effetti devastanti. Papa Francesco non ha fatto mancare il suo sostegno in un appello al termine dell’udienza generale.
Ringraziare, perché saper essere grati “anche il mondo diventa migliore, magari anche solo di poco, ma è ciò che basta per trasmettergli un po’ di speranza”. Papa Francesco continua il suo ciclo di catechesi sulla preghiera, in una udienza generale che si tiene nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, senza fedeli per via delle restrizioni COVID. E mette in luce l’importanza della preghiera di ringraziamento.
Papa Francesco ha accolto stamane la rinuncia presentata dall’Arcivescovo di Dublino, Monsignor Diarmuid Martin che ha compiuto 75 anni lo scorso 8 aprile, nominando al suo posto Monsignor Dermot Farrell, finora Vescovo di Ossory.
La Segreteria di Stato perde un pezzo, mentre la Segreteria per l’Economia diventa anche “Segreteria papale per le materie economiche finanziarie”. A partire dall’1 gennaio 2021, la Segreteria di Stato vaticana trasferirà tutti i fondi e proprietà immobiliari all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; quando questo non sarà possibile, farà una speciale delega alla stessa amministrazione; l’APSA, a sua volta, dovrà costituire un accantonamento di bilancio denominato “Fondi Papali”, in cui confluiranno l’Obolo di San Pietro, il Fondo Discrezionale del Santo Padre e i Fondi Intitolati. Tutte le donazioni, poi, saranno incluse in un Budget Generale della Santa Sede.
Non solo l’anno dedicato a San Giuseppe, nel 150esimo dalla sua proclamazione a patrono della Chiesa. Per l'anno prossimo, il Papa annuncia un anno speciale di riflessione dedicato all'Amoris Laetitia, promulgata il 19 marzo di cinque anni fa.
“Papa Francesco è felice, anche quest'anno, di unirsi a voi nel pensiero e nella preghiera. La situazione sanitaria non ha permesso questa volta tale raduno, ma avete mostrato creatività e immaginazione: sebbene dispersi, siete connessi in modo nuovo grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Il fatto stesso di incontrarsi, anche se in modo virtuale, mette sulla strada della speranza”. Lo scrive il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, nel messaggio inviato a nome del Papa, ai partecipanti al 43° Incontro Europeo animato dalla Comunità di Taizé, che si svolge dal 27 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 sul tema: “Sperare nel tempo favorevole e sfavorevole”, quest’anno online a causa della pandemia.
Santo Stefano “nel buio dell’odio fa splendere la luce di Gesù, anche la Chiesa non ha luce propria: prega per i suoi uccisori e li perdona. È il primo martire, cioè testimone, il primo di una schiera di fratelli e sorelle che, fino ad oggi, continuano a portare luce nelle tenebre: persone che rispondono al male con il bene, che non cedono alla violenza e alla menzogna, ma rompono la spirale dell’odio con la mitezza dell’amore. Questi testimoni accendono l’alba di Dio nelle notti del mondo”. Lo ha detto il Papa introducendo l’Angelus in occasione della festa di Santo Stefano, protomartire. L’Angelus è stato recitato dalla Biblioteca privata del Papa, per rispettare le disposizioni imposte per l’emergenza sanitaria.
La nascita di Gesù è anche il modo in cui Dio ci offre la fraternità, “basata sull’amore reale, capace di incontrare l’altro diverso da me”, e che dovrebbe guidare i popoli e i governanti di tutte le nazioni in tutte le loro scelte: dalla cooperazione per affrontare la crisi sanitaria, con cure per tutti, all’attenzione per le persone più fragili, fino all’impegno per la pace nelle regioni più difficili del mondo.
Anticipata alle 19,30 per l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di coronavirus, Papa Francesco ha presieduto la Messa della Notte di Natale all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana.
In un messaggio di auguri per Natale inviato ai leader politici del Sud Sudan e firmato insieme al Primate Anglicano Justin Welby e al Moderatore della Chiesa Scozzese Martin Fiar, il Papa ha ricordato gli impegni assunti in Vaticano nel 2019 per l'attuazione degli accordi di pace.
"Grande è il mio dolore nel vedere la sofferenza e l’angoscia che soffoca l’innata intraprendenza e vivacità del Paese dei Cedri. Ancor più, è doloroso il vedersi rapire tutte le più care speranze di vivere in pace e di continuare ad essere per la storia e per il mondo un messaggio di libertà ed una testimonianza di buon vivere insieme; ed io che di vero cuore prendo parte, come ad ogni vostra contentezza, così anche ad ogni vostro dispiacere, sento nel vivo dell’animo la gravità delle vostre perdite, soprattutto quando penso ai tanti giovani cui viene tolta oni speranza di un miglior avvenire". Sono le parole del Papa contenute nella lettera inviata al popolo libanese in occasione del Natale.
Nell'Udienza Generale di oggi, il Papa, parla ai fedeli di tutte lingue della celebrazione del Natale. "Vorrei offrire alcuni spunti di riflessione in preparazione alla celebrazione del Natale", dice Francesco dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.