“Non basta mettere al mondo un figlio per dire di esserne anche padri o madri.
La novità è stata, in realtà, un ritorno al passato. Perché ogni volta che Papa Francesco ha voluto cambiare, o pensato di cambiare qualcosa, ha stabilito una commissione e fatto una ispezione. Così, gli attesi ricambi generazionali nella Congregazione per il Culto Divino e nella Congregazione per il Clero, nonché l’avvicendamento nel Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sono avvenuti a seguito di ispezioni stabilite da Papa Francesco, alcune durate pochissimo.
"Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordiosi. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità". Questo è il tema scelto da Papa Francesco in occasione della XXX Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Francesco ha diffuso al mondo intero un Messaggio per prepararsi alla giornata dedicata ai malati, come ogni anno.
Il 2021 è stato il primo anno del pontificato di Francesco in cui il Papa non abbia proceduto ad un concistoro per la creazione di nuovi cardinali. E’ assai probabile dunque che il 2022 veda l’innesto nel Sacro Collegio di nuove berrette rosse, contando il fatto che nel corso dell’anno saranno ben 10 i cardinali che compiranno 80 anni e che perderanno di conseguenza il diritto di voto in un futuro conclave.
La sorpresa è quello che dovrebbe essere un ritorno: Papa Francesco vuole andare in Ungheria nel corso del 2022, per una visita che non riguardi solo la città di Budapest, come è successo in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale, ma che vada a toccare anche dei luoghi significativi del cattolicesimo ungherese. Nella mente del Papa, tutto è già deciso, tanto che incontrando al termine dell’udienza generale del 16 dicembre Ciril Tamas Horotobagyi, abate di Pannhonalma, il Papa gli ha già detto che visiterà anche l’abbazia. Questa ha compiuto 1025 anni ed ha una forte tradizione ecumenica.
L’anno che si è appena concluso ha visto un importantissimo avvicendamento ai vertici della Curia Romana: il Papa ha deciso – come è noto – di non rinnovare il mandato di Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale al Cardinale Peter Turkson
In questa prima domenica dell'anno Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi".
Il 2021 non è stato un anno di particolare ricambio generazionale nelle nunziature. In totale, ci sono stati 4 nuovi nunzi, 4 si sono ritirati per anzianità, 14 sono stati trasferiti e 4 sono deceduti di cui uno in carica. Alla fine dell’anno, restano vacanti 15 nunziature. Una, quella presso l’Unione Europea, in maniera inaspettata, per la morte improvvisa per COVID del nunzio Aldo Giordano, nominato da Papa Francesco a rappresentare la Santa Sede a Bruxelles ad aprile. Le altre nunziature sono finite nel mezzo di rotazioni e di ritiri per anzianità, e non resteranno vacanti a lungo.
“La Madonna non tiene il Figlio per sé, ma lo presenta a noi; non lo stringe solo tra le sue braccia, ma lo depone per invitarci a guardarlo, accoglierlo e adorarlo. Ecco la maternità di Maria: il Figlio che è nato lo offre a tutti noi.
“La mangiatoia ci anticipa che si farà cibo per noi. E la sua povertà è una bella notizia per tutti, specialmente per chi è ai margini, per i rifiutati, per chi al mondo non conta. Dio viene lì: nessuna corsia preferenziale, nemmeno una culla! Ecco la bellezza di vederlo adagiato in una mangiatoia”.
Maria colma di stupore ci riporta alla verità del Natale e “lo stupore cristiano non trae origine da effetti speciali, da mondi fantastici, ma dal mistero della realtà”. É la riflessione di Papa Francesco nella omelia della recita di Primi Vespri della Solennità di Maria Madre di Dio.
“Invece di cedere al disfattismo e scappare dai problemi, avete deciso di prenderli di petto, di pregare, di ascoltare la Parola di Dio perché illumini le situazioni umane più complesse”. Lo scrive – a nome del Papa – il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin nel messaggio inviato per il 44° Incontro europeo dei giovani organizzato dalla Comunità di Taizé.
Il 2021 per Papa Francesco è stato senza dubbio un anno "delicato". Questo perchè con l'emergenza sanitaria a fasi alterne non si è potuto fare molto, ma al tempo stesso il Popolo di Dio ha avuto bisogno del Capo della Chiesa e Papa Francesco non si è risparmiato. Sono tanti dunque i momenti che lo hanno visto di nuovo tra i fedeli in Italia, e anche fuori, nonostante il Covid19 e le restrizioni.
È la figura di San Giuseppe “migrante perseguitato e coraggioso” quella presentata da Papa Francesco nella tradizionale udienza del mercoledì. Dopo essersi soffermato sul Natale, Papa Francesco riprende il ciclo di catechesi dedicato al padre putativo di Gesù, soffermandosi in particolare sulle vicende della fuga in Egitto della Sacra Famiglia, e riaffermando che il coraggio è virtù di tutti i giorni, perché è lo stesso vivere quotidiano che richiede coraggio.
Appresa la notizia della morte di Desmond Tutu Papa Francesco ha espresso – attraverso un telegramma firmato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato – il proprio cordoglio.
“Dio ha scelto una famiglia umile e semplice per venire in mezzo a noi”. Lo ha detto stamane il Papa, introducendo l’Angelus in occasione della Festa della Santa Famiglia.
“Abbiamo vissuto più che mai l’incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze per interessarci non solo al bene della nostra famiglia, ma anche a quello della società, che pure dipende dai nostri comportamenti personali. La relazione con Dio ci plasma, ci accompagna e ci mette in movimento come persone e, in ultima istanza, ci aiuta a uscire dalla nostra terra, in molti casi con un certo timore e persino con la paura dell’ignoto, ma grazie alla nostra fede cristiana sappiamo che non siamo soli perché Dio è in noi, con noi e in mezzo a noi: nella famiglia, nel quartiere, nel luogo di lavoro o di studio, nella città dove abitiamo”. Lo scrive il Papa nella lettera agli Sposi, pubblicata stamane in occasione della Festa della Santa Famiglia.
I conflitti dimenticati. Quelli che invece sono visibili. Ma anche gli accenni a situazioni non esplicitate, ma ben presenti alla diplomazia della Santa Sede. Nel suo consueto messaggio urbi et orbi, che torna dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, Papa Francesco fa un discorso sullo “Stato del mondo”, indicando quali sono i temi che prioritari per la diplomazia del Papa.
In un messaggio inviato al vescovo di Groningen, in Olanda, Papa Francesco ha inviato un messaggio in cui ha chiesto di non chiudersi alla paura degli altri, ma soprattutto a “non aver paura di accogliere la vita come San Giuseppe in quest’anno”.
A livello internazionale, c’è il rischio “di non voler dialogare”, e il rischio che “la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo”. Ma sono le strade del dialogo che conducono “alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi”. Dopo che per tre volte (due Pasque e un Natale) era rimasto nella basilica, da solo contro la pandemia, Papa Francesco torna ad affacciarsi dalla loggia centrale della Basilica Vaticana per il tradizionale messaggio urbi et orbi, alla città al mondo.