Il primo capo non cristiano ricevuto da un Papa fu un re thailandese, Chulanongkorn, che nel 1897 andò in visita da Leone XIII. Nell’università più antica e prestigiosa della Thailandia, che prende il nome da quel re, noto per la tolleranza e per aver abolito la schiavitù, Papa Francesco lancia un appello ad assumere “un protagonismo deciso sulla via del dialogo e della mutua comprensione.
Entrare nella pelle dell’altro: è l’obiettivo del lavoro del movimento dei Focolari in Thailandia, impegnati nel loro carisma dell’unità e affinché tutti siano uno. La Thailandia è infatti una società plurale, considerata un esempio di armonia nel continente asiatico tanto che viene chiamata “la nazione del sorriso” o la “terra della libertà”, ma anche “la terra dei vestiti gialli”, prendendo in considerazione il colore delle tonache dei monaci buddhisti. Eppure, è anche una società dalle mille contraddizioni, con una moneta forte, un governo guidato da un militare ma democratico dopo anni in cui i militari hanno dominato la scena, e un re che ha fatto del dialogo una cifra del suo lavoro di governo. Tutto questo trova Papa Francesco in Thailandia.