Tre anni fa, Papa Francesco concludeva il viaggio in Romania con una beatificazione celebrata a Blaj, la piccola Roma, dopo aver celebrato tutte le anime della nazione nel cuore dell’Europa. Tre anni dopo, il ricordo di quella visita è ancora vivo, tanto che nei luoghi toccati da Papa Francesco si moltiplicano le iniziative a seguito della visita.
L’obiettivo è quello di camminare insieme, come diceva il motto stesso della visita di Papa Francesco. Perché, spiega l’arcivescovo Ioan Robu, la visita di Papa Francesco ha dato speranza, ha permesso di guardare la Romania da un altro punto di vista.
Non solo la grande storia dei martiri greco cattolici beatificati da Papa Francesco, ma anche le storie più piccole e significative. Come quella di un bambino ortodosso in stampelle che ha viaggiato per 400 chilometri per incontrare il Papa a Blaj. Il vescovo Claudiu Pop, ausiliare della Arcieparchia greco cattolica di Fagaras e Alba Iulia, fa con una certa emozione un bilancio della visita di Papa Francesco a Blaj, e ne svela i simboli. A partire dal trono su cui sedeva Papa Francesco
Papa Francesco si congeda dalla Romania. Termina qui il suo 30esimo viaggio apostolico. Tre giorni intensi di celebrazioni e appuntamenti. Papa Francesco è stato il secondo Papa a visitare la Romania, dopo San Giovanni Paolo II, vent’anni fa.
Una torta che rappresenta un cuscino rosso e decorata di rose bianche è stata appositamente preparata per Papa Francesco e il suo seguito a Blaj. La torta ha concluso il pranzo che Papa Francesco e il suo seguito hanno avuto nella cittadina, dopo la beatificazione dei sette martiri greco-cattolici.
L’ultimo impegno di Papa Francesco in Romania è l’incontro con la comunità Rom di Blaj nella nuova chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo e al Beato Ioan Suciu. Il quartiere Barbu Lautaru, dove risiedono i Rom, è il più antico quartiere di Blaj.
Il pomeriggio di Papa Francesco a Iasi, in Romania, inizia con la visita privata alla Cattedrale di Santa Maria Regina. Poi, l’evento che chiude la giornata è l’incontro Mariano con la gioventù e le famiglie presso il Palazzo della Cultura.
È il primo pomeriggio di Papa Francesco in Romania. Un pomeriggio intenso, pieno di incontri, che si concluderà con la Santa Messa. Il Pontefice incontra privatamente il Patriarca di Romania, Sua Beatitudine Daniel, nella sede del Patriarcato Ortodosso Romeno. In seguito, l’incontro con il Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa Romena e infine la recita della preghiera del Padre Nostro presso la nuova Cattedrale Ortodossa.
È una Romania che vive ancora le ferite del passato, ma che è sicuramente più aperta d quella che visitò San Giovanni Paolo II. E Papa Francesco la visiterà in maniera estesa, sottolinea l’arcivescovo Miguel Maury Buendia, che è nunzio apostolico in Romania dal 2015.
Una nazione divisa, a causa dell’emigrazione e a causa della perdita del senso religioso, che allontana le persone dalla coscienza personale e dalla coscienza di Dio. È questo il ritratto della Romania fatto dal vescovo Mihai Fratila, che guida i greco-cattolici di Bucarest e che è nel comitato organizzatore del viaggio di Papa Francesco.
All’ingresso della città c’è una lupa, a simboleggiare le origini latine, come in molte città rumene. Ma Blaj è qualcosa di più: Blaj ha fatto del suo legame con Roma una ragione di essere, e questa ragione di essere ne ha fatto il cuore religioso dei cattolici romeni di rito bizantino. Blaj è “la piccola Roma”.
Sarà una rosa d’argento, con il gambo e lo stemma placcati in oro a 24 carati, quella che Papa Francesco porterà davanti alla statua della Vergine nel santuario di Sumuleu Ciuc, in ungherese Cziksomlyo, dove celebrerà Messa l’1 giugno. E sarà questa l’unica “rosa d’oro” mai portata da un Papa nei Carpazi, una onorificenza particolare per il santuario più venerato dal popolo ungherese.
Il cuore cattolico della Romania è una diocesi che conta quasi 4 milioni e 700 mila abitanti, di cui il 5,6 per cento sono cattolici. Non è un numero piccolo, in Romania. Ma la zona ha una tradizione cattolica che affonda le radici nel territorio di quella che un tempo era la Valacchia Minore, e ora si chiama Moldova, che ha visto la prima diocesi fondata già nel 1227. Papa Francesco sarà lì per un breve appuntamento, l’1 giugno. Ma sarà un appuntamento molto significativo.
Non sarà ancora terminata la grande cattedrale nazionale ortodossa della Redenzione del popolo di Bucarest, 120 metri di altezza che si stagliano appena dietro il Parlamento, anche quello un monumento di rara enormità che ancora le pretese di grandezza del regime di Ceausescu. Ma sarà lì che Papa Francesco andrà con il Patriarca ortodosso Daniel, dopo l’incontro nella sede del Patriarcato, per pregare il Padre Nostro insieme, chiudendo in qualche modo un cerchio.