È la “responsabilità di essere segno per i musulmani” quella che caratterizza i cattolici in Marocco. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcivescovo Vincent Louis Landel, che ha guidato l’arcidiocesi di Rabat dal 2001 al 2018, iniziando il suo ministero dopo due anni passati come coadiutore della stessa diocesi.
“Venendo in una Chiesa molto piccola, come quella marocchina, Papa Francesco ha portato la coscienza di essere popolo di Dio”. Lo dice padre Eric Millot, vicario generale della diocesi di Digione, in Francia. Non una diocesi piccola: conta 335 mila cattolici, 133 sacerdoti diocesani, 44 sacerdoti da ordini religiosi. Una diocesi che ha uno speciale legame con l’arcidiocesi di Rabat, dove, spiega padre Millot, ci sono molti sacerdoti “fidei donum” da Digione. Per questo, padre Millot ha rappresentato la sua diocesi durante il viaggio di Papa Francesco.
Sopravvisse al rapimento e il martirio dal monastero di Tibhirine, in Algeria, perché era chiuso in una stanza. Da quasi venti anni, padre Jean Pierre Schumacher, 95 anni, vive in Marocco, a Midelt, nel monastero di Notre Dame de Atlas. Della piccola comunità di Tibhirine, erano sopravvissuti solo lui e un altro monaco, padre Amedeé . E ora, a 95 anni, padre Jean Pierre è rimasto l’ultimo di quella comunità ancora in vita.
Quella del Marocco dopo la visita di Papa Francesco è una Chiesa che si sente “confortata e incoraggiata” dalla presenza del pontefice ad andare avanti sulla strada che già percorreva, testimoniando Cristo, portando avanti il dialogo con l’Islam e l’esperienza marocchina tutta particolare del dialogo ecumenico. Lo spiega ad ACI Stampa l’arcivescovo Cristobal Lopez Romero , salesiano di Barcellona che è stato anche in Paraguay, Bolivia, Spagna, e che dal marzo 2018 guida l’arcidiocesi di Rabat.
Papa Francesco ha incontrato il re del Marocco e a fianco a lui ha indirizzato un discorso alle autorità civili del Paese, ha firmato una dichiarazione congiunta su Gerusalemme e ha poi visitato la scuola degli imam. E l’incontro tra questi due leader è per Aicha Haddou un modo di dimostrare che la fraternità è possibile.
Si arriva a Temara attraverso strade polverose, mentre intorno non ci sono solo macchne, ma anche carretti trainati da cavalli nei casi migliori, e in generale da asini. Ed è in questa cittadina di 300 mila persone, 20 chilometri a Sud di Rabat, lontano dall’oceano, che sono arrivate le Figlie della Carità ad aiutare la popolazione. E vi arriverà anche Papa Francesco, il 31 marzo, per una visita privata.
Tutto pronto per il viaggio di Papa Francesco in Marocco. Il Direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, evidenzia gli ultimi dettagli nel consueto briefing con i giornalisti, prima della partenza. Quello alla volta del Marocco, Paese in maggioranza musulmano, sarà il 28° viaggio internazionale del Papa, dall’inizio del pontificato.
È stata fondata nel 2005, e già nel 2016 era stata ampliata con una grande ala. La Scuola degli Imam voluta a Re Mohammed VI del Marocco, che da lui prende il nome, è diventata presto un punto di riferimento nel mondo musulmano. Il centro di studi di quello che il Marocco vuole promuovere come Islam moderato e tollerante.
Si chiama al Mowafaqa, che è la parola araba che significa “accordo” , ed è un istituto teologico ecumenico, fondato nel 2012 sotto gli auspici del Ministero degli Affari Religiosi e dell’arcidiocesi di Rabat. Papa Francesco non vi farà visita. Ma saranno gli studenti a partecipare alla Messa a Rabat, e magari a salutare Papa Francesco.
In vista del viaggio di Papa Francesco, la Chiesa in Marocco presenta se stessa. Lo fa con un dettagliato dossier di quasi venti pagine, distribuito ai giornalisti in una conferenza stampa che si è tenuta a Rabat lo scorso 6 marzo.
Due incontri interreligiosi, uno a Rabat e a Casablanca; la presa di contatto con realtà del dialogo ecumenico come l’Istituto ecumenico di Teologia al Mowafaqa; l’incontro con i migranti, che è un omaggio al lavoro svolto da Caritas Marocco in questi anni: sono gli appuntamenti di Papa Francesco in Marocco, dove sarà il 30 e il 31 marzo.