“Le difficoltà fanno parte dell’esperienza quotidiana dei fedeli iracheni. Negli ultimi decenni, voi e i vostri concittadini avete dovuto affrontare gli effetti della guerra e delle persecuzioni, la fragilità delle infrastrutture di base e la continua lotta per la sicurezza economica e personale, che spesso ha portato a sfollamenti interni e alla migrazione di molti, anche tra i cristiani, in altre parti del mondo”.
Arrivato in un Iraq scosso dagli attacchi terroristici – e però almeno un gruppo sciita ha dichiarato che le operazioni saranno sospese durante il viaggio – e ancora in via di ricostruzione dopo anni di guerre intestine culminate con l’invasione dell’ISIS, Papa Francesco pronuncia il primo discorso del suo viaggio in Iraq a diplomatici e autorità civili, e chiede a tutti loro di costruire un Paese unito, nel nome della fraternità e della solidarietà. E fa un appello: “Tacciano le armi! Cessino gli interessi di parte! Si dia voce ai costruttori della pace!”
Quando Papa Francesco questa sera andrà a varcare la porta della cattedrale siro cattolica di Sayidat al-Nejat (Nostra Signora della Salvezza), entrerà per la prima volta in contatto con i nuovi martiri il cui sangue ha bagnato l’Iraq durante tutto il XXI secolo, e in particolare a partire dalla Seconda Guerra del Golfo. Perché la cattedrale fu oggetto di un sanguinoso attentato, che portò ala morte di 48 persone, e anche di un bambino non nato. Ma tutta la storia dell’Iraq moderno è costellata di nuovi martiri, dal sacerdote Ragheed Ganni che difese la sua chiesa per cinque anni e diede la vita per lei in cinque secondi, all’arcivescovo di Mosul Rahho, la cui diocesi è praticamente scomparsa per anni.
Il viaggio in Iraq è “emblematico” ed un “dovere verso una terra martoriata da tanti anni”. Lo ha spiegato Papa Francesco ai giornalisti nel volo papale, salutandoli durante il percorso che lo ha portato da Roma a Baghdad.
La tradizione vuole che l’Apostolo Tommaso andando verso Oriente evangelizzasse la zona che era sotto il dominio persiano. Già negli Atti degli Apostoli nel racconto della Pentecoste si parla di “ abitanti della Mesopotamia” tra i presenti.
Il Papa è in viaggio per l’Iraq dove incontrerà una delle comunità cristiane più perseguitate nei tempi moderni. A Qaraqosh, nella piana di Ninive, Francesco reciterà l’Angelus. E in quei luoghi – appena liberati dalla presenza dell’ISIS – nel 2017 si era recata una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre insieme al Vescovo Francesco Cavina. Con lui ACI Stampa ha parlato del viaggio del Pontefice in Iraq.
Al via il 33/mo Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco: la meta è l’Iraq.
“A volte dicono davvero che siete i fiori dell'Iraq, siete i migliori. Lo dicono con parole gentili. Di solito, poiché i cristiani hanno affrontato tutte queste sfide, penso che abbiamo bisogno di qualcosa di più del semplice queste belle parole in un certo senso”. L’arcivescovo caldeo di Erbil Bashar Matti Warda, C.SS.R. para così dei cristiani iracheni.
Quello di Papa Francesco in Iraq si prospetta come un viaggio difficile, non solo per via della pandemia. Ma è un viaggio che rappresenta anche “un messaggio per il futuro”, spiega il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella tradizionale intervista a Vatican News che precede i viaggi da papali.
Tutto pronto per il viaggio "storico" di Papa Francesco in Iraq dal 5 all'8 marzo. Previsti 4 discorsi, due omelie, un Angelus e una preghiera di suffragio per le vittime della guerra. Un intenso programma di eventi accompagnati dal logo e dal motto: " Siete tutti fratelli". Oggi, presentate ai giornalisti, dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, le modalità e le novità di questo 33esimo viaggio apostolico.
Papa Francesco visiterà l'Iraq dal 5 all'8 marzo nel suo primo viaggio all'estero dall'inizio della pandemia di coronavirus.
La comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, attende con gioia Papa Francesco in Iraq. Purtroppo, a causa delle restrizioni Covid, la comunità non sarà presente agli eventi, ma auspica che questo viaggio sia un punto di ripartenza per la terra irachena. Anche per i tanti disabili, accuditi dalla Comunità, che ogni giorno vivono emarginazione e difficoltà. ACI Stampa ne ha parlato con Stefano Fecchi, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII che opera in Iraq.
Per la prima volta, un Papa celebrerà una Messa in rito caldeo. Peccato, però, che vi potranno partecipare solo 500 persone. Il viaggio del Papa in Iraq, che comincerà il prossimo 5 marzo, si prevede difficile anche per le restrizioni da coronavirus, ulteriormente inasprite ieri dal Consiglio dei Ministri per un nuovo picco di contagi: nessuno potrà muoversi di regione in regione, all’interno del territorio iracheno.
C’è anche una tappa a Najaf, nel programma del viaggio di Papa Francesco in Iraq. Non menzionata nel programma iniziale del viaggio, Najaf è la roccaforte dell’Islam sciita. Ed è il luogo dove vive l’ayatollah Muhammad al Sistani, diventato nel corso degli anni non solo una autorità religiosa, ma anche una autorità di riferimento cui chiedere di tutto. Da lui si va se si vuole comprendere come rispondere al terrorismo. Da lui si va se si deve legittimare il governo.
Diffuso il programma ufficiale del viaggio di Papa Francesco in Iraq dal 5 all'8 marzo 2021. "Accogliendo l'invito della Repubblica d'Iraq e della Chiesa cattolica locale, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico nel suddetto Paese dal 5 all'8 marzo 2021, visitando Baghdad, la Piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, la città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella Piana di Ninive". Così annunciava la Sala Stampa della Santa Sede a dicembre ed ora il viaggio del Papa ha anche un ricco programma di eventi e celebrazioni, precisando che "si terrà conto dell'evoluzione dell'emergenza sanitaria".
Tutti i giornalisti ammessi al volo papale per il viaggio in Iraq dovranno essere vaccinati. E la vaccinazione potrà avvenire anche in Vaticano, secondo un calendario prestabilito, per quanti non la hanno già prenotata nel loro Paese. Per la prima volta, le norme di un volo papale prevedono anche le restrizioni sanitarie, e si definisce finalmente la necessità per tutti i giornalisti di essere vaccinati.
Anche nella santuario di Maria al Tahira (Maria Purissima) a Qaraqosh si sta recitando, dal 14 gennaio, una preghiera composta dal Patriarcato Caldeo per propiziare la visita di Papa Francesco in Iraq. Ma lì, tutto ha un senso più grande. Perché l’11 gennaio, su quella chiesa che i miliziani del Daesh avevano trasformato in armeria, è tornata a troneggiare una statua della Vergine Maria. E sarà quella statua ad accogliere eventualmente Papa Francesco durante il suo viaggio in Iraq.
Dal 5 all’8 marzo 2021, Covid permettendo, Papa Francesco sarà in Iraq per un viaggio a lungo sognato da San Giovanni Paolo II e programmato da più di un anno. Sarà il primo viaggio di Papa Francesco dall’inizio della crisi della pandemia, e ha già suscitato la reazione diplomatica del Primo Ministro del Kurdistan Barzani.
Papa Francesco in Iraq a marzo 2021: lo ha annunciato la Sala Stampa della Santa Sede. Dopo un anno senza viaggi internazionali, mentre ancora non è stato designato in Segreteria di Stato chi sarà l’organizzatore dei viaggi papali a seguito del trasferimento di monsignor Rueda Beltz nella nunziature del Portogallo, Papa Francesco riprende i viaggi dall’Iraq.
Che per il 2020 Papa Francesco punti direttamente al Sud Sudan è stato certificato da un inusuale messaggio di Natale ai leader del Paese, inviato dal Papa insieme al Primate anglicano Justin Welby e all’ex moderatore della Chiesa Metodista Scozzese John Chalmers. Un messaggio per chiedere pace, e di dare seguito a un accordo tra le forze politiche che è la precondizione per un viaggio di Papa Francesco nel Paese. Un viaggio che Papa Francesco vorrebbe davvero fare.