Il prossimo 28 gennaio Papa Francesco potrebbe sostare in preghiera davanti alla tomba del vescovo Stephan Chmil. Perché fu il vescovo Chmil a insegnare al giovane Papa il rito orientale, e creare quelle connessione con l’Est della Chiesa che sono così cruciali per il Pontificato. Sarà questo pezzo di storia che si concretizzerà con la visita di Papa Francesco alla Basilica di Santa Sofia della Chiesa Greco-Cattolico Ucraina, a Roma.
È stato dal Papa lo scorso 10 novembre, e ha sicuramente riportato della situazione in Ucraina. Lo può fare con una certa libertà. Perché Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Comunità Greco-Cattolica ucraina, conosce il Papa dai tempi in cui questi era il Cardinale Bergoglio e l’altro il responsabile della comunità greco-cattolica di Argentina. Da quando è scoppiato il conflitto, l’arcivescovo Shevchuk è stato una voce forte del suo popolo. E la prima settimana di novembre è stato con il Consiglio delle Chiese ad Est dell’Ucraina, in una zona grigia che racconta molto della guerra dimenticata che sta avendo luogo in Ucraina.