Un nuovo “momento” ecumenico, a seguito della visita di Papa Francesco al Consiglio Ecumenico delle Chiese del 21 giugno 2018 e alle celebrazioni del Cinquecentenario della Riforma Protestante, cui hanno partecipato anche cattolici. È questo che vedono i membri del Comitato Congiunto tra Consiglio Ecumenico delle Chiese e Chiesa Cattolica.
Non c’è solo la Ginevra dell’ecumenismo, ma anche la Ginevra internazionale, quella fatta delle grandi organizzazioni che hanno sede nella città svizzera e cui la Santa Sede partecipa apertamente. Ma in questa Ginevra internazionale rientra pure il Consiglio Ecumenico delle Chiese, e dunque in qualche modo il viaggio di Papa Francesco si rivolgeva nche alle grandi organizzazioni. Ne parla con ACI Stampa l’arcivescovo Ivan Jurkovic, Osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra.
Papa Francesco lo sottolinea chiaramente: nella “grande impresa in perdita dell’ecumenismo”, fatta di passi avanti e passi indietro, la necessità è quella di “camminare secondo lo Spirito”, rigettando la mondanità che ha causato le divisioni del popolo cristiano.
Arriveranno 40 mila fedeli, per una Messa che si attende partecipata anche ecumenicamente e attesa. Ma il viaggio del Papa a Ginevra è prima di tutto un pellegrinaggio ecumenico. E così, la prima tappa dell’incontro sarà al Consiglio Mondiale delle Chiese, che in questi giorni è in fermento, e non solo per la visita del Papa: c’è il Comitato Centrale, che celebra i 70 anni delle fondazione dell’organismo.
Una barca sul mare del mondo con l’albero maestro a forma di croce. Così si presenta il logo della visita di Papa Francesco al Consiglio Ecumenico per le Chiese, in programma il prossimo 21 giugno a Ginevra.