Entrando nella chiesa di Santa Croce sulla via Flaminia, a Roma, si scopre un pezzo della storia della Città eterna. La parrocchia, costruita in una età piuttosto recente è un gioiello dell'architettura dei primi del Novecento. Nel quartiere però, oltre alla bellezza di quanto descritto vi è anche qualcos'altro per certi versi più importante ovvero la presenza di un venerabile che ha officiato, per lunghi anni, nel tempio romano: padre Emilio Recchia.
Aveva già più di sessanta anni quando, a metà degli Anni Novanta, padre Luigi Mantovani, stimmatino, cominciò la sua frequentazione con la Georgia, fino a stabilirsi definitivamente a Kutaisi nel 1998. In questi anni ha fatto uno straordinario lavoro culturale, arrivando a compilare un dizionario “italiano – georgiano” con più di 41 mila lemmi. È per questo che padre Luigi Mantovani è definito “L’uomo di parola”.
È l’invito a diffondere “il fuoco del Vangelo” da diffondere “con mitezza e gioia” quello che Papa Francesco rivolge ai padri Stimmatini che riceve in udienza in occasione del loro capitolo generale. Perché essere missionari – nota Papa Francesco – non è prima di tutto un fare qualcosa, un’attività, è un’identità”.
Le loro costituzioni sono basate su quelle dei gesuiti, ma il voto speciale di obbedienza al Papa è sostituito dal voto di obbedienza al vescovo locale: i padri Stimmatini incontrati da Papa Francesco hanno questa caratteristica, che ne fa dei missionari del tutto particolari.