A sette anni dal sequestro a Raqqa di padre Paolo Dall’Oglio, si è svolta presso la sede della Fnsi una conferenza stampa per ricordare l'opera e i lati oscuri del sequestro del gesuita.
Il 29 luglio è stato il quarto anniversario della scomparsa in Siria di padre Paolo Dall’Oglio: dal 29 luglio 2013 non si ha più notizia. Per l’occasione il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, aveva diffuso un tweet in ricordo della vicenda del religioso: “4 anni dopo un pensiero a padre #PaoloDall’Oglio scomparso a Raqqa e alla sua famiglia. Continuiamo a lavorare e a sperare”.
Sono passati poco più di tre anni dal rapimento di Padre Paolo Dall’ Oglio in Siria, e qualche giorno fa prima della GMG, una delegazione di esponenti della Chiesa Siro-Ortodossa, impegnati a tenere desta l’attenzione sul dramma dei Vescovi e dei sacerdoti rapiti in Siria da tre anni, è stata ricevuta in Vaticano dal cardinal Sandri Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali.
La furia dello Stato Islamico non conosce soste. E’ di pochi giorni fa la notizia della distruzione del monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, risalente al V secolo dopo Cristo.
Di oggi l’“accorato e pressante appello per la liberazione di questo stimato religioso”, padre Paolo Dall’Oglio, a due anni dal suo rapimento in Siria da parte di Papa Francesco. Di questa mattina, invece, quasi a precedere le parole del Papa all’Angelus, l’intervento del Nunzio Apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari. Che parla della “vicinanza” di Francesco per il Paese martoriato. “Il Papa ha un cuore per queste sofferenze, è vicino a queste persone che soffrono e questo l’ho toccato con mano, l’ho sentito”.
Rileggendo il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, si scopre che “i discepoli ragionano in termini di “mercato”, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare”. Una logica tutta umana, quella dei discepoli, che vista la moltitudine provano a capire come fare una colletta per poter sfamare le persone. “A questo punto Gesù, che sa bene quello che sta per fare, mette alla prova i suoi discepoli”, spiega il Papa. “Che fare per sfamare tutta quella gente? Filippo, uno dei Dodici, fa un rapido calcolo: organizzando una colletta, si potranno raccogliere al massimo duecento denari per comperare del pane, che tuttavia non basterebbe per sfamare cinquemila persone”. Per Papa Francesco Gesù lascia le logiche umane, accoglie quello che c’è, “cinque pani e due pesci”, e attraverso il suo fare anticipa l’Ultima cena. Sono gesti “che danno al pane di Gesù il suo significato più profondo e più vero. Il pane di Dio è Gesù stesso”.
"Possiamo dire - scrivono i promotori dell‘associazione - che chi ha sequestrato padre Paolo non ha sequestrato anche la sua testimonianza di fede e il suo pensiero, il suo impegno, il suo servizio. Non ne faremo un totem, ma un argomento di riflessione e di comprensione di una realtà agghiacciante, di un martirio che va avanti addirittura da quattro anni: il martirio del popolo siriano, tra tirannidi e totalitarismi terrificanti".