Nel giardino dell’Arcivescovado di Dhaka si prega per la pace. In uno spazio bellissimo, che può accogliere circa 5 mila persone, danze tradizionali, canti e inni accolgono Papa Francesco. E’ giunto il momento dell’incontro interreligioso ed ecumenico per la pace.
Papa Francesco ha ricevuto ieri pomeriggio, presso Casa Santa Marta, Kofi Annan - segretario generale dell’Onu dal 1997 al 2006 - e altri membri dell’Organizzazione internazionale non-governativa “The Elders”. Rifugiati, migrazioni, armi nucleari, pace e mediazione nei conflitti sono stati gli argomenti principali trattati nell’incontro.
La chiave è tutta lì, in quella parola: riconciliazione. Non solo pace, non solo accordi, ma la rinascita di un popolo che sia appunto uno. Il senso del viaggio del Papa in Colombia è semplicissimo e forte allo stesso tempo.
Il Papa saluta la Colombia celebrando la Messa a Cartagena, ultima tappa del suo viaggio apostolico prima di rientrare nella notte a Roma.
“Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia: ci anestetizza per non vedere un’altra realtà della vita: la Croce”.
A Fatima sono centinaia ogni giorno i gruppi che si alternano in pellegrinaggio a Cova de Iria, sul luogo delle apparizioni della Vergine. Nel nostro reportage da Fatima abbiamo incontrato - durante la Messa alla Cappellina delle apparizioni - un gruppo di Como, guidato dal Vescovo Cantoni che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Con Monsignor Cantoni ACI Stampa ha tracciato un bilancio di questa esperienza.
Vengono da tutte le regioni d’Italia. E sono circa 7000 tra studenti, insegnanti, amministratori locali, giornalisti, genitori ed esponenti della società civile che oggi in Aula Paolo VI hanno incontrato Papa Francesco. Il loro obiettivo? Realizzare un laboratorio di pace.
Verranno da tutte le regioni italiane. Entreranno nelle principali istituzioni nazionali e realizzeranno un “laboratorio di pace”. Daranno vita ad una grande manifestazione contro le guerre, la violenza e l’indifferenza in piazza del Campidoglio. E parteciperanno ad uno straordinario incontro con Papa Francesco sabato 6 maggio in Aula Paolo VI.
"Sono lieto di trovarmi in Egitto, terra di antichissima e nobile civiltà. Questa terra rappresenta molto per la storia dell’umanità e per la Tradizione della Chiesa, non solo per il suo prestigioso passato storico ma anche perché tanti Patriarchi vissero in Egitto o lo attraversarono". Così Papa Francesco nel discorso rivolto al Presidente egiziano Al Sisi e alle autorità politiche del paese nordafricano.
Venti minuto di colloquio e un dono speciale per il presidente delle Figi che è stato ricevuto da Papa Francesco.
La colomba, l’arcobaleno, l’alleanza. Sono le tre immagini che riassumono la custodia della pace secondo Papa Francesco. Nell’omelia del Pontefice a Casa Santa Marta il tema di oggi è la guerra. E la sofferenza di tanti popoli che sono travolti dalle guerre volute dai potenti e dai trafficanti d'armi.
Era il 27 Ottobre 1986 quando Papa Giovanni Paolo II convocava ad Assisi tutte le religioni del mondo per un’inedita “Giornata Mondiale di preghiera per la pace”. Un gesto “profetico” quelli di riunire tutti i leader religiosi del globo. E a raccontare lo “spirito” di quella giornata memorabile, trent’anni dopo, tra storia e profezia è un libro del vaticanista di TV2000 Paolo Fucili, “Pace in nome di Dio. Lo spirito di Assisi tra storia e profezia (1986-2016)”, edito Tau.
Considerata “l’urgenza della materia nel contesto globale di oggi” si è pensato ad “un documento congiunto sull’educazione alla pace”. È l’impegno preso dall’Ufficio per il dialogo interreligioso e la cooperazione del Consiglio mondiale delle Chiese, insieme al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, riunitisi in questi giorni nella sede del dicastero vaticano ( 30-31 gennaio ).
La pace non è un bene scontato o un diritto acquisito, bensì per molti è ancora “soltanto un lontano miraggio. Milioni di persone vivono tuttora al centro di conflitti insensati. Anche in luoghi un tempo considerati sicuri, si avverte un senso generale di paura”. Lo ha detto il Papa, ricevendo stamane in Vaticano il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede in occasione degli auguri di inizio anno.
Il potere del Bambino Gesù non si basa su forza e ricchezza ma “è il potere dell’amore. E’ il potere che ha creato il cielo e la terra, che dà vita ad ogni creatura; è la forza che attrae l’uomo e la donna e fa’ di loro una sola carne, una sola esistenza; è il potere che rigenera la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene. E’ il potere di Dio. Questo potere dell’amore ha portato Gesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. E’ il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace”. E’ questo l’incipit del messaggio natalizio ai popoli e alle nazioni che Papa Francesco ha rivolto dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana prima di impartire la solenne Benedizione Urbi et Orbi.
L’Evangelista Luca inserisce la nascita di Cristo nella cornice storica del tempo. Ricorda che essa avvenne quando era imperatore Cesare Augusto il quale, dopo aver posto fine ad una guerra civile che per circa 100 anni aveva devastato l’Impero romano, in ricordo della conquistata pace fece edificare a Roma un grande altare, che esiste ancora oggi: l’ Ara Pacis Augustae.
L’Ungheria ricorda l’Imperatore Carlo I d’Asburgo, per gli ungheresi re Carlo IV, con una statua nel centro di Budapest. Lo fa per ricordare i cento anni dalla sua ascesa al trono e per non dimenticare il Beato, ultimo re d’Ungheria.
Alle ore 10.30 di stamani, come previsto, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Presidente della Repubblica di Colombia, S.E. il Sig. Juan Manuel Santos Calderón, il quale ha poi incontrato il Segretario di Stato, S. Em. il Card. Pietro Parolin.
Nel primo anniversario dei tragici attentati terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi, la sede dell’UNESCO accoglie, due giorni dopo, l’evento “Reinventare la pace”.
“Il prossimo 9 ottobre, possiamo fare una cosa tutti insieme: unire le nostre voci, le nostre facce, le nostre gambe, le nostre preoccupazioni, denunce, domande, proposte e speranze e dare corpo a una grande, grandissima, manifestazione di pace. Vinci l’indifferenza. E la tua partecipazione è importante!” Questo è lo slogan della 21esima marcia Perugia-Assisi di quest’anno, in programma il prossimo 9 ottobre.