Quello che manca, nel XV rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa del Mondo, è proprio il punto di vista della Chiesa. Ma non è una mancanza del rapporto. È che il tema che viene affrontato, quello del Deep State, o – per dirla in maniera romantica – del Grande Burattinaio che muove i fili di Stati e governi – non è ancora un tema che è diventato parte di una riflessione, se non teologica, almeno sociologica all’interno della Chiesa Cattolica. E sarebbe ora.
Ci vuole la Dottrina Sociale della Chiesa a dare uno sguardo controcorrente sull’attuale situazione mondiale. Così, dopo che lo scorso anno l’Osservatorio Van Thuan aveva, nel suo rapporto annuale, affrontato i pericoli dell’applicazione del modello cinese a tutto il mondo – modello che si era molto diffuso con la pandemia – quest’anno lo stesso osservatorio mette la lente su quella che è sia una conseguenza che un punto di partenza del modello cinese: l’attacco alla proprietà privata.
Dopo l’accordo sino-vaticano, rimasto riservato, si è sottolineato spesso che “la Cina è più vicina”. E mentre l’accordo veniva negoziato, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, che dagli anni Ottanta del secolo scorso tesse un paziente dialogo con Pechino, aveva detto che “è vero che i cattolici sono ancora in gabbia, ma è una gabbia un po’ più larga”. Oggi, però, nel mezzo di una pandemia originata proprio in Cina, l’adozione del modello cinese per affrontarla anche da parte delle democrazie occidentali lascia molte domande aperte. La Cina non solo è più vicina, ma è un modello. Ed il modello cinese può essere davvero un buon modello?
È un rapporto destinato a far discutere, quello dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Dopo aver, lo scorso anno, messo la lente di ingrandimento su nazionalismi e sovranismi, e aver affrontato il tema dell’Islam politico, dell’Europa e delle migrazioni, quest’anno l’Osservatorio si è concentrato su ambientalismo e globalismo, le ha analizzate, ha dimostrato come queste possano essere a tutti gli effetti considerate nuove ideologie politiche, ne han messo in luce anche i profondi caratteri anti-cristiani e, soprattutto, le origini eugenetiche e le possibili derive.
Tutto sta nel comprendere la differenza tra Stato e nazione. Perché la Chiesa ha rapporti con gli Stati, ma è allo stesso tempo vicina alle nazioni, ai popoli, va loro incontro nella loro cultura e vuole che questa non sia eliminata o messa a rischio. L’XI rapporto dell’Osservatorio Van Thuan per la Dottrina Sociale della Chiesa va a guardare alle differenze tra nazioni e Stati, mette in luce il dramma portato avanti dalle ideologie che guardano allo Stato prima che ai popoli, alle strutture prima che alle persone.
L’Islam, un problema di Dottrina Sociale. Lo sostiene l’Osservatorio Van Thuan, che dedica all’Islam Politico il suo Rapporto Annuale sulla Dottrina Sociale nel mondo. Pubblicato a cadenza annuale da dieci anni, il Rapporto si riferisce sempre all’anno precedente la pubblicazione. Eppure, e non da ora, l’Osservatorio non ha mancato di anticipare i temi che sarebbero stati poi centrali.
Un continente in crisi, creato artificialmente e retto solo da accordi economici, che ha rinnegato le sue radici e per questo manca di identità: il Nono Rapporto dell’Osservatorio Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa è dedicato all’Europa, e ad una crisi che sembra essere prima di tutto identitaria.
E se ci fosse un preciso esperimento di genetica sociale dietro i nuovi flussi migratori? E se ci fosse un collegamento netto, eppure mai sottolineato, tra le politiche anti-nataliste e le ondate migratorie che stanno cambiando il volto del mondo? Se lo chiede l’Osservatorio Van Thuan, nell’VIII Rapporto sulla Dottrina Sociale nel Mondo.