Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha confermato il 22 giugno che il “ministro degli Esteri” vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ha fatto avere a Pietro Sebastiani, ambasciatore di Italia presso la Santa Sede, una nota verbale riguardante il ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia che è ora in discussione al Senato. La Santa Sede avrebbe fatto notare che la legge andrebbe a violare il Concordato. Ma la notizia non è quella. Sta piuttosto nel fatto che l’esistenza stessa della nota sia stata diffusa.
“Nelle nostre case accogliamo, oggi come in passato, persone omosessuali e transessuali, favorendo la loro integrazione attraverso il dialogo e l'incontro delle diversità. L'orientamento sessuale non è motivo di discriminazione per noi. Al contrario riteniamo controproducente ai fini della stessa integrazione una legge che, basandosi sulla difesa delle persone con orientamento omosessuale, attacca la libertà di espressione e di educazione”.
"Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini. Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio". Lo sottolinea una nota della Conferenza Episcopale Italiana.