Il rapporto con la morte è al centro dell'omelia del Papa, stamane durante la Messa a Santa Marta.
“Il regno di Dio non si fa vedere con la superbia, con l’orgoglio, non ama la pubblicità”. Papa Francesco lo ha detto questa mattina nel commento alle lettura del giorno durante la messa celebrata a Santa Marta.
Gesù “è la pietra d’angolo, in questo edificio. Senza Gesù Cristo non c’è Chiesa. Perché non c’è fondamento. E se si costruisce una chiesa – pensiamo a una chiesa materiale – senza fondamento, cosa succede? Crolla. Crolla tutto. Se non c’è Gesù Cristo vivo nella Chiesa, crolla”. Lo ha ribadito stamane il Papa nella Messa quotidiana a Santa Marta, in occasione della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Se non si capisce la gratuità dell’invito di Dio non si capisce nulla. L’iniziativa di Dio è sempre gratuita. Ma per andare a questo banchetto cosa si deve pagare? Ma, il biglietto di entrata è essere ammalato, è essere povero, è essere peccatore… Questi ti lasciano entrare, questo è il biglietto di entrata: essere bisognoso sia nel corpo sia nell’anima. Ma, per il bisogno di cura, di guarigione, avere bisogno di amore”. La gratuità di Dio “non ha limiti”. Lo ha detto il Papa stamane nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
“E’ la speranza quella che ci porta alla pienezza, la speranza di uscire da questo carcere, da questa limitazione, da questa schiavitù, da questa corruzione e arrivare alla gloria: un cammino di speranza. E la speranza è un dono dello Spirito. E’ proprio lo Spirito Santo che è dentro di noi e porta a questo: a una cosa grandiosa, a una liberazione, a una grande gloria. E per questo Gesù dice: dentro il seme di senape, di quel grano piccolino, c’è una forza che scatena una crescita inimmaginabile”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia in occasione della messa quotidiana a Santa Marta.
Un buon pastore si avvicina e ha capacità di commuoversi. Papa Francesco lo ricorda nella riflessione proposta questa mattina durante la messa celebrata nella Cappella di Santa Marta.
“Entrare nel mistero di Gesù Cristo è lasciarsi andare in quell’abisso di misericordia dove non ci sono parole: soltanto l’abbraccio dell’amore. L’amore che Lo portò alla morte per noi. Quando noi andiamo a confessarci perché abbiamo peccati – sì, devo togliermi i peccati, diciamo; o che Dio mi perdoni i peccati – andiamo, diciamo i peccati al confessore e siamo tranquilli e contenti. Se facciamo così, non siamo entrati nel mistero di Gesù Cristo. Se io ci vado, vado a incontrare Gesù Cristo, a entrare nel mistero di Gesù Cristo, a entrare in quell’abbraccio di perdono del quale parla Paolo; di quella gratuità del perdono”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la messa a Santa Marta.
“La realtà di oggi è che tanti uomini che vivono per adorare il denaro, per fare del denaro il proprio dio. Tante persone che vivono soltanto per questo e la vita non ha senso: non sanno cosa è arricchirsi presso Dio”. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.
“Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. E quelli che dimenticano la gratuità della salvezza, la vicinanza di Dio e la misericordia di Dio, hanno portato via la chiave della conoscenza”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
"I testardi di anima, i rigidi, non capiscono cosa sia la misericordia di Dio. I rigidi non sanno allargare il cuore come il Signore. I rigidi sono pusillanimi, con il piccolo cuore chiuso, attaccati alla nuda giustizia. E dimenticano che la giustizia di Dio si è fatta carne nel suo Figlio, si è fatta misericordia, si è fatta perdono; che il cuore di Dio è sempre aperto al perdono". Lo ha detto il Papa stamane nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
"Nessuno può dire: Io sono giusto o io non sono come quello. Io sono peccatore. Io direi che quasi è il primo nome che tutti abbiamo: peccatori. E poi, perché siamo peccatori? Abbiamo disobbedito – sempre in rapporto con il Signore: Lui ha detto una cosa e noi ne abbiamo fatto un’altra. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore: Lui ci ha parlato tante volte. Nella nostra vita, ognuno può pensare: Quante volte il Signore ha parlato a me … Quante volte non ho ascoltato! Ha parlato con i genitori, con la famiglia, con il catechista, nella chiesa, nelle prediche, anche ha parlato nel nostro cuore”. Lo ha detto il Papa stamane nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
Commentando la Lettura del Libro di Neemia, stamane a Santa Marta Papa Francesco è tornato a parlare della “nostalgia dei migranti” che “sono lontani dalla Patria e vogliono tornare”.
Gesù è in cammino coi discepoli verso Gerusalemme perchè "si compivano i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto". E' l'inizio dell'odierno Vangelo di Luca ed è l'avvicinarsi del momento della passione e della croce, dinanzi al quale, come fa notare il Papa nell'omelia della Messa, Gesù compie due cose:"prese la ferma decisione di mettersi in cammino", quindi accetta la volontà del Padre e va avanti, e poi "annuncia questo ai suoi discepoli".
“Una piaga che noi quando nella vita abbiamo fatto dei mali, fa male. Ma è una piaga nascosta, non si vede; neppure io la vedo, perché mi abituo a portarla e poi si anestetizza. È lì, alcuni la toccano, ma la piaga è dentro. E quando quella piaga fa male, sentiamo il rimorso. Non solo sono conscio di avere fatto del male, ma lo sento: lo sento nel cuore, lo sento nel corpo, nell’anima, lo sento nella vita. E da lì la tentazione di coprire questo per non sentirlo più”. Lo ha detto Papa Francesco stamane nel corso dell'omelia pronunciata nella Messa a Santa Marta.
La familiarità con Gesù è il tema centrale dell'omelia proposta stamane dal Papa durante la Messa a Santa Marta.
San Matteo ci dimostra come “la porta per incontrare Gesù è riconoscersi peccatore”. E' il tema centrale dell'omelia di Papa Francesco - stamane - nella Messa quotidiana a Santa Marta nella ricorrenza liturgica dell'Evangelista.
“La compassione è un sentimento che coinvolge, è un sentimento del cuore, delle viscere, coinvolge tutto. E’ patire con. Questo è la compassione. Il Signore si coinvolge con una vedova e con un orfano … Per Lui era più importante quella vedova e quell’orfano morto, che la folla alla quale Lui stava parlando e che lo seguiva. Perché? Perché il suo cuore, le sue viscere si sono coinvolti. Il Signore, con la sua compassione, si è coinvolto in questo caso. Ebbe compassione”. Così Papa Francesco stamane commentando durante la Messa a Santa Marta l'episodio evangelico della vedova di Nain.
“Essere cristiano porta sempre questa dimensione di spogliamento che trova la sua pienezza nello spogliamento di Gesù nella Croce. Se facciamo un po’ di memoria vedremo che nei Vangeli la vocazione dei discepoli è un vattene, lascia e vieni”. Lo ha detto il Papa nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
“Tutti abbiamo bisogno di essere guariti siamo tribolati, siamo sconvolti, siamo perseguitati, colpiti come manifestazione della nostra debolezza, della debolezza di Paolo, manifestazione della creta. E questa è la nostra vulnerabilità”.
“In Gesù non c’è un no: sempre sì, per la gloria del Padre. Ma anche noi partecipiamo di questo sì di Gesù, perché Lui ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra dello Spirito. Noi partecipiamo perché siamo unti, sigillati e abbiamo in mano quella sicurezza, la caparra dello Spirito. Lo Spirito che ci porterà al sì definitivo, anche alla nostra pienezza. Lo stesso Spirito che ci aiuterà a diventare luce e sale, cioè lo Spirito che ci porta alla testimonianza cristiana”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.