Il 13 marzo del 2013 molti di noi per capire meglio chi fosse il nuovo Papa venuto dalla “fine del mondo” sono andati ad aprire il sito della diocesi di Buenos Aires per cercare informazioni.
“Il magistero del Cardinale Bergoglio è un dialogo vivo con il suo popolo che egli guarda negli occhi”. Così Padre Federico Lombardi introducendo la presentazione del volume “Nei tuoi occhi è la mia parola”, curato da Padre Antonio Spadaro, che contiene le omelie tenute tra il 1999 ed il 2013 dall’allora Cardinale Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Il volume è introdotto da una conversazione tra il Papa e Padre Spadaro.
“La pietra d’angolo è lo stesso Gesù. Senza Gesù non c’è Chiesa”. Lo ha ribadito stamane il Papa, nell’omelia della messa mattutina a Santa Marta.
“Cosa è il Regno di Dio? Eh, forse il Regno di Dio è una struttura tutta ben fatta, tutto in ordine, organigrammi ben fatti, tutto … e quello che non entra lì, non è nel Regno di Dio. No. Con il Regno di Dio accade lo stesso che può accadere con la Legge: il fissismo, la rigidità … Il Regno di Dio è in cammino. Non è fermo. Il Regno di Dio si fa tutti i giorni”. Così Papa Francesco, questa mattina, nella Messa quotidiana a Santa Marta.
"La Legge non è stata fatta per farci schiavi, ma per farci liberi, per farci figli. Dietro la rigidità c’è un’altra cosa, sempre! E per questo Gesù dice: ipocriti!”. Lo ha detto stamane Papa Francesco, nell'omelia pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
“Se non c’è pace se non siamo capaci di salutarci nel senso più ampio della parola, avere il cuore aperto con spirito di pace, mai ci sarà l’unità”. Lo ha detto il Papa, stamane, nella Messa quotidiana a Santa Marta.
Nella messa quotidiana a Santa Marta Papa Francesco traccia l'identikt del pastore del gregge di Dio. Facendo riferimento alla figura di san Paolo, il Papa spiega: “solo, mendicante, vittima di accanimento, abbandonato. Ma è il grande Paolo, quello che ha sentito la voce del Signore, la chiamata del Signore! Ccosì finisce la vita del grande Paolo, nella desolazione: non nel risentimento e nell’amarezza, ma con la desolazione interiore”.
Papa Francesco, nella sua Messa Mattutina a Santa Marta, traccia il ritratto del buon cristiano. Il vero cristiano deve sempre sentire su di sé la benedizione del Signore, deve sentirsi scelto e andare avanti per fare il bene.
Nel giorno della memoria liturgica di San Giovanni XXIII, Papa Francesco commentando il Vangelo ricorda che secondo Gesù ciò "che importa è la libertà che ci ha dato la redenzione, che ci ha dato l’amore, che ci ha dato la ricreazione del Padre. “Quella libertà interna - sostiene il Papa secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - quella libertà che si fa il bene di nascosto, senza far suonare la tromba perché la strada della vera religione è la stessa strada di Gesù: l’umiltà, l’umiliazione. E Gesù umiliò se stesso, svuotò se stesso. E’ l’unica strada per togliere da noi l’egoismo, la cupidigia, la superbia, la vanità, la mondanità. Al contrario questa gente che Gesù rimprovera è gente che segue la religione del maquillage: l’apparenza, l’apparire, fare finta di sembrare ma dentro… Gesù usa per questa gente un’immagine molto forte: sepolcri imbiancati".
“L’attaccamento alla Legge fa ignorare lo Spirito Santo. Non lascia che la forza della redenzione di Cristo venga avanti con lo Spirito Santo. E’ vero ci sono i Comandamenti e noi dobbiamo seguire i Comandamenti; ma sempre dalla grazia di questo dono grande che ci ha dato il Padre, suo Figlio, è il dono dello Spirito Santo. E così si capisce la Legge. Ma non ridurre lo Spirito e il Figlio alla Legge. Questo era il problema di questa gente: ignoravano lo Spirito Santo e non sapevano andare avanti. Erano chiusi, chiusi nelle prescrizioni: si deve fare questo, si deve fare quell’altro. Alle volte, a noi, può succedere di cadere in questa tentazione”. Così Papa Francesco - secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - nell’omelia della messa quotidiana a Santa Marta.
“Non esiste un dio di guerra, Dio è Dio di pace”. Lo ha detto stamane il Papa presiedendo la Messa a Santa Marta prima di partire per Assisi per partecipare al meeting interreligioso voluto 30 anni fa da Giovanni Paolo II.
“L’incontro è quello che il Vangelo oggi ci annuncia: un incontro fra un uomo e una donna, fra un figlio unico vivo e un figlio unico morto; fra una folla felice, perché aveva incontrato Gesù e lo seguiva, e un gruppo di gente, piangendo, accompagnava quella donna, che usciva da una porta della città; incontro fra quella porta di uscita e la porta di entrata. L’ovile. Un incontro che ci fa riflettere sul modo di trovarci fra noi”. E' quanto ha detto stamane il Papa nell'omelia - riportata dalla Radio Vaticana - della Messa mattutina a Santa Marta.
"Le divisioni nella Chiesa non lasciano che il Regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è Lui. Non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità. Ma il diavolo va oltre, non solo nella comunità cristiana, va proprio alla radice dell’unità cristiana". Lo ha detto il Papa - secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - in occasione della Messa mattutina a Santa Marta.
“Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai a tuo fratello lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c’è la trave? E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello". E' il monito del Papa, stamane, rivolto nel corso dell'omelia pronunciata in occasione della messa quotidiana a Santa Marta.
E' pregare per i nemici l'atteggiamento che più ci avvicina alla perfezione cristiana. E' la riflessione di Papa Francesco nella Messa odierna a Santa Marta.
Insultare gli altri è come “uccidere, perché è dare uno schiaffo all’anima del fratello”. Lo ha detto il Papa stamane - secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
Le Beatitudini sono “la legge nuova. E’ la nuova legge del Signore per noi. Sono la guida di rotta, di itinerario, sono i navigatori della vita cristiana. Proprio qui vediamo, su questa strada, secondo le indicazioni di questo navigatore, possiamo andare avanti nella nostra vita cristiana”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco nel corso dell'omelia pronunciata nel corso della Messa quotidiana a Santa Marta.
"Dottori della legge, teologi che vanno sempre sulla via della casistica e non permettono la libertà dello Spirito Santo; non riconoscono il dono di Dio, il dono dello Spirito e ingabbiano lo Spirito, perché non permettono la profezia nella speranza". Lo dice il Papa, nell'omelia quotidiana pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
“La santità è un cammino, la santità non si può comprare, non si vende. Neppure si regala. La santità è un cammino alla presenza di Dio, che devo fare io: non può farlo un altro nel mio nome. Io posso pregare perché quell’altro sia santo, ma il cammino deve farlo lui, non io. Camminare alla presenza di Dio, in modo irreprensibile. E io userò oggi alcune parole che ci insegnino come è la santità di ogni giorno, quella santità – diciamo – anche anonima. Primo: coraggio. Il cammino verso la santità vuole coraggio”. Lo ha spiegato stamane Papa Francesco nell'omelia pronunciata nella Messa quotidiana a Santa Marta.
“Un cristiano è un uomo e una donna di gioia, un uomo e una donna con gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia! La carta di identità del cristiano è la gioia, la gioia del Vangelo, la gioia di essere stati eletti da Gesù, salvati da Gesù, rigenerati da Gesù; la gioia di quella speranza che Gesù ci aspetta, la gioia che – anche nelle croci e nelle sofferenze di questa vita – si esprime in un altro modo, che è la pace nella sicurezza che Gesù ci accompagna, è con noi”. Lo ha detto il Papa stamane, nell'omelia pronunciata nel corso della Messa a Santa Marta.