La diplomazia della Santa Sede non può scegliere quali sfide sono più urgenti. Deve essere ovunque ci sia bisogno, sia quando ci sono difficili scenari (come possono essere oggi lo Yemen e l’Ucraina), sia quando si tratta di difendere i cristiani dalla persecuzione più blanda dell’imposizione dei nuovi diritti.
Martire della giustizia e indirettamente della fede. Così Giovanni Paolo II nel 1993 aveva definito Rosario Livatino incontrando i genitori del giudice ucciso dalla mafia.